ROMA – Per molti era stata una sorpresa sapere che Bud Spencer, anzi Carlo, Carlo Pedersoli, aveva una sua identità politica, come ricorda Libero. Nel 2005 si era candidato alle elezioni regionali del Lazio per Forza Italia, dopo un incontro con Silvio Berlusconi, ai tempi presidente del Consiglio. «Condivido tutto quello che ha fatto Berlusconi», aveva dichiarato in precedenza. «Lo conosco da tempo e lo stimo da prima che facesse politica. E quando si stima l’ uomo già prima e poi lo si vede in politica, lo si accetta e si ama».
La sua passione politica il pubblico l’ aveva scoperta solo recentemente, perché Bud prima era stato sempre riservato. Anche se il suo pensiero aveva avuto modo di esprimerlo in diverse occasioni, come a una conferenza, quando a un ragazzo che rivendicava di essere ateo rispondeva con intelligenza: «Non esiste al mondo un uomo o una donna che non abbia bisogno di credere in qualche cosa: tu credi che Dio non esista, quindi credi in qualche cosa». Altro che sganassoni e frasi da contrabbandiere perdigiorno: Bud era ben diverso dai personaggi dei suoi film. «È il signore che vi manda», gli dice fiducioso il mormone Tobia in Lo chiamavano Trinità. «No, passavamo di qui per caso», risponde sincero nei panni di Bambino. Niente di più lontano da quello che Bud pensava. «Ho bisogno di credere perché, nonostante il mio peso, mi sento piccolo di fronte a quello che c’ è intorno a me. Se non credo sono fregato». E in un’ intervista aveva persino scherzato sulla sua scomparsa. «Quando il Padreterno mi chiamerà voglio vedere che succede, e se non succede niente allora mi incazzo». E lo avrebbe fatto a modo suo naturalmente.