ROMA – Succede, non sempre ma il fenomeno si sta diffondendo, che al momento di pagare con dei buoni pasto, nei supermercati chiedano una commissione aggiuntiva. Per esempio del 10%: il ticket che valeva 5 euro, alla cassa si decurta a 4 euro e mezzo. Come è successo a un’utilizzatrice di ticket che però si è ribellata: alla minaccia di chiamare la forza pubblica, il direttore s’è visto costretto a rimangiarsi scuse e dinieghi applicando il giusto prezzo. E’ un abuso questa commissione aggiuntiva: una cresta ingiustificata dell’esercente che da oggi non è più ammessa, per legge. L’Autorità che vigila sul settore (Avcp) ha stabilito che eventuali costi aggiuntivi devono essere a carico degli esercenti e messi nero su bianco nel bando di gara insieme alle commissioni. La pratica sleale di infilare queste commissioni alla cassa è un fenomeno circoscritto ai supermercati.
E’ nella grande distribuzione che si concentra il grosso degli abusi, nonostante ci si aspetti proprio lì una maggiore conoscenza dei regolamenti. Spiega Franco Tumino dell’Associazione nazionale delle società che emettono buoni pasto: “Quando sollevo il problema mi viene detto che i supermarket hanno margini più ridotti rispetto ai bar sui ticket, cioè guadagnano meno, perciò sono più tentati dal violare le regole”. Il problema, comunque, è a monte, al momento dell’aggiudicazione delle gare. Chi vince tra le società emettitrici di ticket, avendo presentato l’offerta più vantaggiosa grazie a commissioni più basse, chiederà in seguito per tentare un maggior guadagno, dei costi aggiuntivi all’esercente. Che poi, ovviamente, si rifà sul cliente.
Per giustificare questi costi aggiuntivi vengono addotte motivazioni pretestuose quando non palesemente false: rendicontazione, conteggio, trasporto dei buoni pasto, addirittura le spese per l’idraulico. In conclusione, sappiate che al supermercato il vostro buono pasto non è spendibile per ogni prodotto, ma vale per cibarie di immediato consumo. Quindi panini, prosciutto, ma non confezioni di caffè o scatole di detersivo. Tuttavia nessuno è autorizzato a valutare il vostro ticket un centesimo meno di quel che reca il valore espresso sul buono: in questo caso chiamate le guardie, lo scherzetto è un reato.
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