di Veronica Nicosia
MILANO – Ousseynou Sy, l’autista 47enne italiano ma di origini senegalesi che ha dato fuoco al bus con a bordo 51 ragazzini della scuola di Crema dopo averlo dirottato, è stato fermato. Le accuse nei confronti dell’autista sono di sequestro di persona, strage, incendio e resistenza a pubblico ufficiale. Per gli inquirenti non è esclusa nemmeno l’ipotesi di reato di terrorismo, dato che anche se non ha rivendicato frasi di matrice islamica ma solo dimostrato contro le morti nel Mediterraneo, ha comunque scatenato il panico. Una tragedia solo sfiorata la mattina del 20 marzo, grazie al pronto intervento dei carabinieri che hanno speronato e fermato il bus.
Secondo quanto riferito dai carabinieri, i ragazzi all’interno del bus sequestrato questa mattina sarebbero stati legati da un’insegnante su ordine di Ousseynou Sy. La docente ha però legato i polsi solo di 4-5 ragazzi con delle fascette di plastica in modo molto blando, dando loro la possibilità di slegarsi facilmente. Per 40 lunghissimi minuti i ragazzini sono rimasti in balia dell’autista e solo l’intervento dei carabinieri ha permesso di evitare il peggio.
Il procuratore di Milano Francesco Greco ha dichiarato: “I carabinieri sono stati bravi sia nel bloccare l’uomo in fuga col bus che nel tirare fuori i bambini, hanno rotto i vetri e sono riusciti a tirarli fuori tutti e 51, è stato un miracolo. Grazie ai carabinieri”. Ora, ha spiegato, “sentiremo tutti i compagni di lavoro e poi sentiremo anche lui, ma ora ha bisogno di cure ospedaliere perché ha ustioni ad un braccio”. L’autista infatti è stato portato all’ospedale di Niguarda a Milano per essere medicato. Il Ros dei carabinieri, ha aggiunto, “sta perquisendo la sua abitazione a Crema”. Sy aveva con sé “una tanica di benzina”, anche se non è chiaro se poi abbia acceso lui il fuoco o si sia sprigionato quando l’autobus è stato bloccato sulla Paullese.
Intanto gli inquirenti stanno verificando anche se l’autista fosse idoneo al lavoro. Sy fu trovato in stato di ebbrezza alla guida di un auto a Brescia nel 2007. L’uomo, secondo quanto è stato ricostruito, aveva cominciato una quindicina di anni fa a lavorare ad Autoguide. Prima come addetto alle pulizie poi, in considerazione del suo buon comportamento sul lavoro, era diventato conducente dei mezzi.
I colleghi ricordano la sospensione della patente ma lo descrivono come una persona cordiale, mai sopra le righe, anche se “aveva avuto dei problemi familiari pesanti” per via della separazione dalla ex moglie alla quale erano stati affidati i figli. “Ogni tanto i figli venivano a causa sua”, racconta una vicina la quale riferisce che in città Sy era chiamato Paolo. “Abita qui da cinque anni – prosegue la donna -, mai avuto un problema, anzi, era un gran lavoratore. Tutte le mattine si svegliava prestissimo per andare al lavoro”.
Gli inquirenti stanno poi valutando anche una indagine per terrorismo, anche se Sy non ha fatto alcuna invocazione islamica, ma ha creato il panico a bordo. Per questo, come ha riferito Alberto Nobili all’Ansa, il responsabile dell’antiterrorismo milanese che coordina le indagini assieme al pm Luca Poniz, si sta valutando di contestare l’aggravante della finalità terroristica. Al momento Sy, che ha pronunciato frasi sconnesse nei confronti della politica di Salvini e Di Maio. (Ansa)