VARESE – Un parto indotto con dei farmaci, al settimo mese di gravidanza. Il feto buttato nel wc, nel tentativo di disfarsene in fretta.
Con l’accusa di omicidio volontario è stato arrestato a Capodanno G.S., il marito della donna che a Busto Arsizio, la notte del 25 aprile 2014, aveva richiesto aiuto al 118 per quello che in un primo momento sembrava un aborto spontaneo e che si rivelò invece un omicidio.
Alcune incongruenze emerse già nelle prime fasi della vicenda avevano fatto sorgere ai Carabinieri pesanti dubbi circa la genuinità della versione fornita dai genitori, una giovane coppia albanese.
Le indagini diedero infatti la certezza che la neonata era stata partorita viva alla trentesima settimana di gestazione ma era deceduta in quanto lasciata, per almeno venti minuti, immersa nell’acqua del water.
Venne quindi arrestata la madre 21enne ma successive indagini hanno confermato anche il coinvolgimento dell’uomo: secondo quanto riferito dai Carabinieri, al momento del parto farmacologicamente indotto in casa erano presenti entrambi i genitori, ma nessuno dei due ha tentato di salvare la figlia. Anzi, è stato persino azionato lo scarico del water nel tentativo di disfarsi del corpicino.
Il comportamento dell’uomo ha quindi reso necessaria l’adozione di una misura coercitiva anche a suo carico per scongiurare il concreto pericolo di fuga e l’inquinamento probatorio. E’ stato quindi arrestato ed è a disposizione dell’Autorità Giudiziaria alla quale dovrà rispondere, insieme alla moglie, di omicidio volontario.