Firenze, giallo delle valigie: arrestata la fidanzata del figlio della coppia di albanesi morti Firenze, giallo delle valigie: arrestata la fidanzata del figlio della coppia di albanesi morti

Cadaveri con valigie a Firenze, il figlio di Shpetmi e Tauta Pasho è vivo in un carcere svizzero

Nuovi particolari emergono sul macabro giallo dei cadaveri nelle valigie a Firenze. E’ infatti vivo, detenuto in un penitenziario della Svizzera, Taulant Pasho, 33 anni, figlio della coppia di albanesi scomparsa nel 2015, Shpetmi e Tauta Pasho, a cui probabilmente appartengono i resti umani trovati nelle valigie. Valigie abbandonate tra il carcere di Sollicciano e la superstrada Fi-Pi-Li.

Nel carcere del cantone di Aargau Taulant c’è finito da poco, l’ottobre scorso, per furto con scasso e violazione di domicilio. Sull’uomo c’è un faro acceso dagli investigatori quasi dal giorno del ritrovamento delle valigie. Stabilito ora che è vivo e che non è più da considerarsi irreperibile, la sua diventa ora una figura-chiave per risolvere il duplice omicidio dei genitori, di cui non è chiaro neppure il movente, oltre a chi lo ha compiuto.

Cadaveri nelle valigie a Firenze, il figlio l’ultimo a vedere i genitori in vita?

Per la giustizia italiana finora è stato uno spacciatore di droga, poi un evaso (volò via dai domiciliari nel novembre 2016), ora è colui che a sua volta è sparito da quattro anni dall’Italia. Perché? E cosa potrebbe raccontare? Di lui si sa poco al momento. E’ certo che abbia un suo spessore criminale, ramo stupefacenti, con più arresti per episodi diversi.

C’è stata un’attenzione per la sua casa a Firenze prima di andarsene. E’ lì che matura un arresto quando nel giugno 2016 nel garage gli trovarono 6 chili di marijuana. Ma non certamente corpi in decomposizione, come hanno sottolineato i carabinieri. E’ lo stesso garage dove l’anno dopo il cattivo odore di due cani aveva allarmato i condomini che allertarono le autorità. Arrivarono le guardie zoofile per un sopralluogo che rilevò deiezioni e cattiva cura.

I genitori erano ormai spariti a inizio novembre 2015

Furono le sorelle a fare la denuncia di scomparsa del padre e della madre l’8 del mese dicendo che la sparizione risaliva al 2. Stessa data in cui Taulant Pasho usciva da una detenzione a Sollicciano. Nei giorni successivi l’uomo contatta uno degli avvocati che lo aveva difeso, Sabrina Del Fio di Firenze. Si vedono per un caffè al bar del tribunale per aggiornarsi sulle pratiche che lo riguardavano.

L’avvocato Del Fio ricorda: “Mi disse anche dei genitori. ‘Sono molto preoccupato’, mi diceva, ‘sono scomparsi da giorni, non si sa dove sono. Non rispondono al telefono, è strano, non è così che si sono mai comportati'”.
Inoltre “due o tre anni fa Taulant mi contattò sul cellulare, fu una telefonata breve. Si informò delle sue vicende giudiziarie. Mi disse che non aveva soldi e che era disperato per la sorte dei genitori di cui continuava a non sapere niente”. Se ne andò forse via dall’Italia mentre i genitori già mancavano da un anno. E quattro anni dopo va in carcere per un furto in Svizzera. (Fonte Ansa).

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