I carabinieri hanno perquisito oggi la sede della società Edison Energie Speciali, a Bologna, e della ditta Fago di Milazzo (Messina), oltre che gli uffici e le abitazioni dei responsabili dell’Ufficio tecnico dei comuni di Melissa, Domenico Antonio Vulcano, e di Strongoli, Leopoldo Greco, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Crotone sulla costruzione di un parco eolico nel territorio dei due comuni.
L’Edison aveva fatto richiesta ai due comuni, tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005, per la costruzione di un parco da 25 torri eoliche.
Vulcano è indagato per falsità ideologica in atti pubblici e abuso d’ufficio, mentre Greco è indagato per falsità ideologica e corruzione insieme a un altro soggetto in via di identificazione.
I due tecnici, nella certificazione di destinazione urbanistica, avrebbero sostenuto, secondo gli inquirenti, che sull’area interessata al parco eolico non c’erano vincoli di natura ambientale e paesaggistica, circostanza che secondo l’accusa è falsa. In base a quella certificazione, la Conferenza dei servizi regionale, nel dicembre 2006, aveva dato parere favorevole alla costruzione del parco i cui lavori sono iniziati nel 2007.
Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, tra l’altro, la figlia di Greco, il 16 luglio 2007, sarebbe stata assunta a tempo pieno, per un periodo di prova, quale impiegata di concetto dalla ditta Fago, la società appaltatrice delle opere civili del parco eolico, ma era stata licenziata solo dopo due giorni. Ulteriori accertamenti sono in corso per verificare le motivazioni della fine del contratto.
L’inchiesta, coordinata dal pm Pierpaolo Bruni, è nata da una relazione di alcune settimane fa dei carabinieri del nucleo Tutela patrimonio artistico di Cosenza e di quelli del Nucleo ambientale di Catanzaro. Dalle indagini, infatti, sarebbe emerso che le certificazioni di destinazione urbanistica rilasciate dai responsabili degli Uffici tecnici comunali di Melissa e Strongoli sull’assenza di vincoli di tipo paesistico-ambientale era contraddetta dagli accertamenti fatti dal Corpo forestale. Tra l’altro, nel corso della procedura per il rilascio delle autorizzazioni, sarebbe emerso che il comandante provinciale del Corpo forestale dello Stato di Crotone, nel giugno 2005, aveva evidenziato che i terreni erano vincolati paesaggisticamente “diversamente da quanto riportato nelle certificazioni comunali e negli elaborati”. Interpretazione che, però, sarebbe stata modificata dal comandante che gli era succeduto che, in sede di conferenza dei servizi, nel gennaio 2006, aveva espresso parere favorevole al rilascio delle autorizzazioni.
Intanto contestualmente alle perquisizioni il pm Pierpaolo Bruni ha disposto anche un’acquisizione di atti negli uffici della Regione Calabria. Il provvedimento riguarda tutti gli uffici interessati dalla procedura per la realizzazione del Parco, a cominciare dagli assessorati all’Ambiente, alla Forestazione e all’Energia.
In ambienti investigativi, tuttavia, si fa presente che la complessità delle procedure nei casi di autorizzazione alla costruzione di parchi eolici potrebbe portare i carabinieri anche negli uffici di altri assessorati alla ricerca di materiale utile alle indagini.