Grottaminarda. Laureati e giovani: stipendio al call center è solo di 2€ l’ora

Pagava laureati e giovani diplomati due euro l’ora. Per contratto avrebbe dovuto dargliene almeno 8. La Guardia di Finanza ha così scoperto un call center con 301 lavoratori irregolari con contratti “simulati”. La società, riporta la Finanza, è un “evasore totale” che ha evitato di versare migliaia di euro tra contributi previdenziali e assistenziali. Ora dovrà pagare una sanzione amministrativa di 213.500 euro.

NAPOLI – La prima beffa è quella di studiare anni, prendere una laurea e poi trovarsi a lavorare in un call center. La seconda beffa è quella di trovarsi a lavorare in un call center in “nero” o con un contratto che esiste solo su carta perché poi il pagamento reale è tutt’altro. La terza beffa, quella più atroce, quella che “dà il titolo” alla notizia, è l’entità del pagamento di chi nel call center lavorava: due euro l’ora.

Era il compenso degli operatori di un call center di Grottaminarda, in provincia di Avellino. Giovani alla prima esperienza lavorativa, disoccupati, giovani diplomati e laureati pronti anche a firmare un contratto a progetto “simulato” pur di lavorare. A scoprire la precaria condizione del call center e di 301 suoi lavoratori irregolari è stata la Guardia di Finanza. Il mancato versamento di contributi previdenziali ed assistenziali, che sarebbero spettati anche a quei pochi regolarmente sotto contratto, ha permesso alla società di risparmiare migliaia di euro.

Il call center, è la tesi delle Fiamme Gialle,  assumeva lavoratori con contratti a progetto “simulati”, che prevedevano un compenso di 653 euro al mese per 20 ore settimanali, cioè di circa 8 euro l’ora. Peccato che, sempre secondo la Gdf,  nelle tasche dei lavoratori finissero solo 120 euro al mese, per un compenso orario di circa 2 euro l’ora. Inoltre i lavoratori assunti, ha rilevato la Finanza, erano dipendenti a tutti gli effetti e non svolgevano solo prestazioni “genuinamente autonome” come dal contratto che avevano firmato.

Le Fiamme Gialle di Ariano Irpino hanno poi scoperto che dei 301 lavoratori solo 90 erano irregolarmente assunti e 211 invece lavoratori irregolari nel call center di una donna di 35 anni che ha così accumulato una serie di denunce in un sol colpo. La società della donna, secondo la Finanza, si è rivelata un “evasore totale” per non aver dichiarato al fisco oltre 114.000 euro di ricavi, e altrettanti di Irap. All’azienda sono state comminate sanzioni amministrative per complessivi 213.500 euro.

 

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