VENEZIA – Un impiegato veneto ha trovato in cassaforte 35 milioni di vecchie lire. E vuole riconvertirle in euro. Ovvio, penserete. Eppure non è così semplice. La Banca d’Italia, infatti, aveva stabilito come termine per la conversione la data del 7 dicembre 2011.
A dare qualche speranza al “ricco” italiano, un impiegato della provincia di Venezia, ci pensa una sentenza della Corte Costituzionale, che nel novembre dell’anno scorso ha stabilito che c’è tempo fino al prossimo 28 gennaio per convertire vecchie lire negli ormai non più tanto nuovi euro.
Così sono in molti che hanno pensato di far valere questa sentenza negli ultimi giorni utili. Oltre all’impiegato con la cassaforte piena, infatti, l‘Adico, l’Associazione per la difesa dei consumatori, segnala una ventina di casi simili, tra cui anche un ragazzo che si è trovato 7 milioni di lire del nonno defunto e una famiglia che ha scoperto altrettanti soldi mentre restaurava una vecchia casa.
Adico ha deciso di farsi valere e di far valere i diritti dei cittadini. Intanto il messaggio che campeggia sul sito della Banca d’Italia non lascia spazio all’ottimismo, quanto meno perché tutt’altro che aggiornato. Ecco cosa dice:
“Con l’introduzione delle banconote e delle monete in euro, le banconote e le monete in lire hanno cessato di avere corso legale il 28 febbraio 2002, a conclusione del periodo di doppia circolazione.
Secondo quanto disposto dall’articolo 26 del Decreto Legge 201/2011 (…) le banconote, i biglietti e le monete in lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata”. Pertanto dal 7 dicembre 2011 non è stato più possibile cambiare le banconote e monete in lire. La Corte Costituzionale, con sentenza n. 216/2015, ha ora dichiarato l’illegittimità dell’art. 26 del D.L. 201/2011.
Subito dopo aver appreso dell’emanazione della sentenza della Corte, sono stati avviati con il Ministero dell’Economia e delle Finanze gli approfondimenti necessari per definire le modalità con le quali darvi esecuzione. Le richieste di conversione saranno esaminate non appena esauriti questi approfondimenti”.