"Scusa Benito", dice il cameriere al quadro del Duce dopo aver servito clienti di colore "Scusa Benito", dice il cameriere al quadro del Duce dopo aver servito clienti di colore

“Scusa Benito”, dice il cameriere al quadro del Duce dopo aver servito clienti di colore

Il cameriere serve dei clienti di coloro e poi chiede scusa a Benito Mussolini facendo il saluto romano verso un quadro presente nel ristorante. 

“Un episodio surreale alle soglie del 2021, un cameriere che chiede ‘Scusa Benito Mussolini’” per avere clienti dalla pelle nera. Così una famiglia di origine nigeriana, di Imola, denuncia pubblicamente su Facebook quanto accaduto domenica in una pizzeria di Rimini. Vicenda per la quale una donna ha presentato un esposto ai Carabinieri di Imola.

Secondo quanto denunciato dalla donna che ha presentato l’esposto, a tavola in un locale della riviera, la sua famiglia era riunita per festeggiare un compleanno con una pizza quando dopo aver ordinato, il cameriere si sarebbe girato rivolgendosi verso un quadro con un mezzo busto di Benito Mussolini alla parete. A quel punto avrebbe fatto il saluto romano e avrebbe detto “scusa Benito”.

Dapprima increduli, i presenti hanno poi realizzato quanto accaduto e tra un’altra donna e i camerieri è nata anche una discussione finita sui social. Il fatto poi denunciato ai Carabinieri di Imola, ma sulle indagini procederanno per competenza territoriale i colleghi di Rimini.

Il ristorante però non ci sta.

“Nel locale non c’è nessun poster di Mussolini – spiega una dipendente – si tratta di alcune bottiglie di vino che riportano sull’etichetta l’immagine del Duce e che vengono vendute come souvenir. Noi qui pensiamo a lavorare e, addirittura, non so nemmeno come si faccia un saluto romano”.

“Non ci sono stati assolutamente insulti razzisti all’indirizzo dei clienti e, nella pizzeria, abbiamo sempre accolto tutti con professionalità. Non ci interessa – prosegue la dipendente parlando con Rimini today – il colore della pelle o la loro religione, qui la cosa più importante è che possano mangiare bene. E’ stata la signora, all’improvviso appena entrata, a scattare e a iniziare ad urlare vedendo quelle bottiglie”.

“Noi non sapevamo che fosse un reato esporle ma, alla fine, le abbiamo tolte e tutto si è tranquillizzato. Tanto che il gruppo ha proseguito tranquillamente la cena. Abbiamo le telecamere di sorveglianza e, dalla registrazione, è chiaro che non c’è stato nessun episodio di razzismo o di apologia del fascismo anche perché i clienti sono rimasti fino alla fine. Andando come raccontano credo che invece di rimanere a cena da noi se ne sarebbero andati subito”. (Fonti Ansa e Rimini Today).

 

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