Cameriere fatto a pezzi e bruciato, assolti moglie e amante

L'AQUILA, 4 NOV – La Corte d'Assise dell'Aquila ha assolto, ''per non avere commesso il fatto'', i due imputati dell'omicidio di Giuseppe Petrilli, un cameriere di Ateleta trovato carbonizzato all'interno della sua auto la sera del 7 dicembre 2003. Sono stati assolti la moglie della vittima, Rita Guerra, e l'allora amante Antonio Di Bucci. Le accuse erano omicidio volontario in concorso, distruzione e occultamento di cadavere.

Nel settembre scorso, la requisitoria del Pubblico ministero Aura Scarsella si era chiusa con la richiesta di due ergastoli.

Il pm – che ha oggi annunciato ricorso – aveva ricostruito tutte le fasi della vicenda, dall'omicidio, che sarebbe stato compiuto sul pianerottolo di casa, all'amputazione degli arti avvenuta in garage e alla simulazione dell'incidente stradale culminato con l'incendio della Fiat Panda sulla quale erano stati caricati i resti del corpo di Petrilli.

Nelle loro arringhe, il 3 ottobre, i difensori degli imputati, Paolo Marino per Di Bucci e Giuseppe Merlino per Guerra, si erano soffermati sui dubbi e le contraddizioni emerse dal dibattimento dove, secondo i due avvocati, non era stata portata nessuna prova che confermasse con certezza la colpevolezza dei loro assistiti.

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