Camorra. Indagato il generale dei carabinieri in pensione Cagnazzo

Pubblicato il 22 Febbraio 2012 - 11:39| Aggiornato il 21 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – Nell’ambito dell’inchiesta sul clan dei Casalesi che ha portato all’esecuzione di 14 ordinanze di custodia cautelare e’ indagato con l’accusa di rivelazione di segreto, in concorso con Antonio Proto Fedele, ex sindaco di Casaluce, oggi arrestato, il generale dei carabinieri in pensione Domenico Cagnazzo. Secondo l’accusa, avrebbe riferito all’ex sindaco notizie relative alla proposta di scioglimento del Consiglio comunale di Casaluce avanzata dalla Prefettura di Caserta.

Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Pietro Carola su richiesta dei pm Giovanni Conzo, Raffaello Falcone e Maria Cristina Ribera, si legge che il generale Domenico Cagnazzo e l’ex sindaco di Casaluce Antonio Proto Fedele sono accusati di ”avere, in concorso tra loro e con pubblici ufficiali non identificati in servizio presso la Prefettura di Caserta, rivelato segreti coperti d’ufficio, agendo Proto quale istigatore e beneficiario del Cagnazzo, che riferiva al predetto la notizia, coperta dal segreto, appresa da pubblico ufficiale non identificato, della formulazione della proposta di scioglimento del consiglio comunale di Casaluce, formulata dal prefetto di Caserta al Ministro degli Interni  il 3 aprile 2006”. Casaluce e’ il Comune nel quale l’ufficiale, originario di Taranto, risiede.

Al generale dei carabinieri in pensione Domenico Cagnazzo, per il quale la Procura aveva chiesto una misura cautelare, e al presunto episodio di rivelazione di segreto contestato a lui e all’ex sindaco di Casaluce Antonio Proto Fedele, il gip Pietro Carola dedica un intero paragrafo dell’ordinanza di custodia cautelare.  L’episodio viene definito ”gravissimo” dal giudice, perche’ ”manifesta in pieno la capacita’ del Proto Fedele di interloquire con ambienti istituzionali e ricevere informazioni”.

Grazie a numerose intercettazioni telefoniche e ambientali (nel 2006 vennero registrate le conversazioni che avvenivano nell’ufficio dell’allora sindaco, nonche’ intercettati i telefoni suoi e della moglie) e’ emerso, secondo il gip, ”in modo palese ed inconfutabile un coinvolgimento  anche di altri soggetti nella vicenda (della rivelazione di segreto, ndr), fatti partecipi in diverse occasioni mediante ripetuti e continui contatti – sia telefonici che personali – posti in essere dallo stesso primo cittadino. Va precisato – si legge ancora nell’ordinanza – che tale interessamento investe non solo personalita’ di spicco del mondo politico di livello nazionale e regionale, bensi’ anche esponenti di rilievo delle amministrazioni istituzionali, anche militari” .