Campagnola Emilia, va con gigolò ma non vuole pagare. Chiede aiuto ai carabinieri che lo multano Campagnola Emilia, va con gigolò ma non vuole pagare. Chiede aiuto ai carabinieri che lo multano

Campagnola Emilia, va con gigolò ma non vuole pagare. Chiede aiuto ai carabinieri che lo multano

REGGIO EMILIA – Ha violato le norme restrittive per il coronavirus per andare a casa di un gigolò, al quale poi non ha pagato la prestazione se**uale finendo così in caserma, dove è stato multato.

E’ successo a Campagnola Emilia, in provincia di Reggio Emilia.

Protagonista, un cinquantenne che è partito da Reggio Emilia per andare in un altro comune.

Al momento di saldare il conto richiesto di 450 euro, tra i due è nata la discussione.

Al rifiuto del cliente, il gigolò gli ha trattenuto portafoglio e il telefonino come ‘pegno’.

Poi i due sono andati a risolvere la questione dai carabinieri ma per il cliente è scattata una multa da 400 euro per essersi spostato fuori dal comune di residenza senza un motivo di necessità. 

Reggio Emilia, prof multato perché va in libreria

Una multa di 400 euro per essere andato in libreria a Reggio Emilia, senza nessuno “sconto” per il fatto che l’insegnante di musica Gian Maria Cordiviola avesse bisogno dei libri per lavorare e nel suo Comune di residenza, a poca distanza dal capoluogo, non ci fosse nessuna libreria.

L’ammenda è stata fatta perché l’agente di polizia ha ritenuto che andare in libreria non fosse un “giustificato motivo” per uscire dal proprio Comune di residenza, come si legge sul verbale.

Ma adesso l’insegnante annuncia ricorso al prefetto e dice di non aver nessuna intenzione di pagare la somma richiesta.

“Io abito a Cadelbosco di Sopra, casa mia è a 400 metri dal Comune di Reggio Emilia – spiega Cordiviola – non ci sono mai state librerie nel mio paese e avevo veramente bisogno di un libro, che poi infatti ho acquistato, per il mio lavoro di insegnante.

La cosa che mi ha fatto più rabbia è che non sia stato tenuto minimamente in considerazione il lavoro intellettuale, come se i libri per gli insegnanti non fossero uno strumento indispensabile”. (fonte ANSA)

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