Le cartine, i grafici che mostrano l’Italia colorata con le tonalità cromatiche relative alle sue scelte elettorali mostrano una e una sola eccezione appunto di colore: la Campania. La Campania fuori si è chiamata dal trend elettorale nazionale, la Campania ha fatto una sua secessione elettorale sotto la bandiera dei 600 euro circa al mese. Versati dallo Stato a 628.750 cittadini abitanti elettori della Campania sotto forma di assegno di Stato a fine mese, assegno detto Reddito di Cittadinanza. Assegno percepito dalla cittadinanza come diritto acquisito e come parametro e bussola per orientare e dirigere la scelta di voto. In tutto il Sud la mappa che ricalca l’orografia sociale dei percettori del Reddito di Cittadinanza è agevolmente sovrapponibile alla mappa del voto a M5S ma è in Campania che la coincidenza è non solo massiccia ma totale.
Napoli capitale
Capitale del voto a M5S: nei collegi 1 e 2 che comprendevano eccome anche i quartieri borghesi e agiati della città M5S raccoglie intorno al 40 per cento dei voti. Nelle periferie a scarso reddito e tasso di occupazione per M5S è plebiscito: a Scampia 64 per cento, Barra 61, San Giovanni a Teduccio 60 per cento…. Risultato: 11 collegi a M5S, tutti quelli di Napoli e provincia. Secessione elettorale sotto la bandiera dei 600 euro al mese pagati dallo Stato è l’esito di una storia elettorale in fondo coerente. Napoli ha premiato a suo tempo De Magistris sindaco cantore ancor più che teorico della statalismo-antagonismo (Stato cattivo per definizione e quindi obbligato in una sorta di contrappasso della sua cattiveria congenita ad assistere, in denaro, i cittadini). Ora il voto di Napoli è l’identificazione sostanziale di ciò che resta della cittadinanza nel reddito di cittadinanza. Non è proprio Franza o Spagna purché…ma non avesse la Meloni detto che reddito di cittadinanza pacchia finita, secessione elettorale campana pro M5S c’è da star sicuri non ci sarebbe stata.
Il Regno delle due Campanie
Una volta era il territorio del Regno delle due Sicilie, ora assumendo a parametro il comportamento elettorale della Campania il 25 settembre, lo si può ironicamente definire il Regno delle due Campanie. La Sicilia segue, anche se non raggiunge, la scelta dei campani: in Sicilia M5S è primo partito anche se non ce la fa a prendersi i collegi e i seggi. In Sicilia 516.066 cittadini prendono reddito di cittadinanza, in Sicilia 562.008 voti a M5S. E in Puglia e in Calabria e Basilicata le classifiche tra numero dei percettori del reddito e numero dei votanti per M5S sono tavole sinottiche, corrispondono a scalare e a salire. Stamane alla radio un vice di Conte leader negava esistesse un nesso, un rapporto tra voto a M5S e reddito di cittadinanza. Negava l’evidenza. Nella testa del votante là dove corre il mini stipendio di Stato una sola cosa è risuonata più convincente e accattivante del “proviamo anche questa (la Meloni)” ed è stata “teniamoci i 600 al mese”. A suo modo una versione minore, anche minore quanto a civica qualità, della questione meridionale.