Il Canaro, poliziotto che l’arrestò: “Improvvisamente cambiò voce come in un film horror”

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Pietro De Negri, il canaro della Magliana

ROMA – Antonio Del Greco, attuale direttore operativo dell’Italpol e dirigente della squadra omicidi a Roma nel 1988 [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play], dopo 30 anni svela particolari agghiaccianti sull’arresto e la confessione di Pietro De Negri, detto “il canaro della Magliana” e condannato per l’orribile omicidio dell’ex pugile Gianluca Ricci.

Intervenuto su Radio Cusano Campus a “La Storia Oscura”, trasmissione curata e condotta da Fabio Camillacci, Del Greco ha raccontato:

“Dopo il fermo tenemmo il De Negri nell’ufficio della squadra mobile più di 36 ore per farlo crollare perché eravamo già certi che fosse stato lui a commettere quell’atroce delitto, però serviva la sua confessione. Per cui avendo capito il personaggio, dopo averlo attentamente studiato anche dal punto di vista psicologico, durante l’interrogatorio, ad un certo punto avemmo l’intuito di attaccarlo personalmente dicendo ‘vabbè ma smettiamola perché tanto questo non è un uomo, questa è una persona che non avrebbe mai potuto fare quello che ha fatto a un uomo grande, grosso e forte come l’ex pugile Ricci’”.

“Improvvisamente, il ‘Canaro’ cambiando in maniera spaventosa il suo tono di voce, e parlando con una voce da thriller da film horror che gli proveniva da dentro ci disse ‘adesso vedete se nun so un omo, ve dico come l’ho ammazzato quell’infame’. E con questa voce baritonale diversa dalla sua vuotò il sacco raccontandoci per 40 minuti gli orribili scempi che aveva fatto sul corpo del Ricci. Insomma, improvvisamente non era più impaurito, terrorizzato, ma parlava con questa voce forte, inquietante e lo sguardo fisso nel vuoto. Un po’ come nei film “Schegge di paura” con Richard Gere. A me dispiace per la mamma del Ricci che conosco per averla interrogata più volte, ma il ‘Canaro’ non ebbe complici, fece tutto da solo. D’altronde, ci sono stati 3 gradi di giudizio, indagini portate avanti da diversi investigatori, un pubblico ministero, un giudice istruttore, tantissime udienze da parte della magistratura, trovo quindi assolutamente fuori luogo dire che Pietro De Negri non abbia fatto tutto da solo e che abbia avuto dei complici”.

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