TORINO – Anna Maria Cancellieri avrebbe mentito sulle telefonate alla famiglia Ligresti per interessarsi sulla scarcerazione di Giulia, malata di anoressia. E adesso rischia davvero la sfiducia.
Secondo quanto scrivono Ottavia Giustetti e Paolo Griseri su Repubblica fu lei a chiamare lo zio di Giulia, Antonino Ligresti. “Effettivamente ho ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti che conosco da molti anni. Ligresti mi ha rappresentato la preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia”, aveva detto la ministra della Giustizia al pm Vittorio Nessi nell’interrogatorio del 22 agosto, scrive Repubblica. Ma dai tabulati risulta che a chiamare sia stata proprio Cancellieri.
La telefonata a cui la ministra si riferisce in quella deposizione è la seconda delle tre fatte da lei alla famiglia Ligresti dal 17 luglio, giorno dell’arresto di Salvatore, Giulia Maria e Jonella.
Secondo quanto scrivono Giustetti e Griseri, Cancellieri telefonò ad Antonino Ligresti, quel 19 agosto, perché il giorno prima lui l’aveva cercata, invano, al cellulare. La seconda volta aveva lasciato un messaggio in segreteria. Lei il giorno dopo l’aveva chiamato. Ma al pm aveva detto che era stato lui a cercarla anche quel giorno. Ma, ricordano Giustetti e Griseri,
“rispondere qualcosa di diverso dalla verità in un interrogatorio da testimone, è un reato”.
Alle telefonate di Cancellieri si aggiungono quelle del marito, Sebastiano Peluso: sei chiamate nei giorni decisivi per la scarcerazione di Giulia Ligresti.
Tra il 17 luglio e la prima settimana di agosto Peluso avrebbe chiamato per ben sei volte lo zio di Giulia, Antonino. Dalla fine di luglio Giulia Ligresti è in carcere a Vercelli. In suo favore, ricordano Giustetti e Griseri, si muovono direttamente le assistenti sociali della casa circondariale. Medici e psicologi comunicano che la donna sta male. Il fax in questione arriva alla Procura di Torino. La richiesta di urgenza rende necessaria una perizia medico-legale sulla salute di Giulia Ligresti. Alla fine, il 28 agosto, la donna torna a casa.
Come sottolineano Griseri e Giustetti,
Che quella modalità fosse inconsueta non c’è dubbio (per quanti detenuti che rifiutano il cibo partono relazioni mediche alla Procura che indaga senza che vi sia stata alcuna sollecitazione?), ma dalla tabella dei tempi fornita dalle sole telefonate del ministro è impossibile stabilire un nesso causale tra la sua personale attivazione e l’effettivo intervento decisivo, quello del carcere. Se da Vercelli, infatti, parte la comunicazione alla procura il 13 agosto, Anna Maria Cancellieri dichiara di aver parlato con Antonino Ligresti preoccupato solamente il 19 agosto, quando cioè i giochi erano ormai fatti. Ora dai tabulati si scopre invece che il marito del ministro, Sebastiano Peluso, e Antonino Ligresti si sono parlati al telefono assiduamente proprio nei giorni a cavallo tra luglio e agosto. O marito Peluso e moglie Cancellieri hanno evitato di parlarsi per tutto quel periodo o è assai improbabile che il ministro abbia appreso dell’emergenza Giulia solamente il 19 di agosto.
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