ROMA – La pagina Facebook “Inps per la famiglia” in origine aveva intenzioni lodevoli, un ufficio social a portata di telefonino dove consigliare gli utenti a districarsi tra le tante norme che regolano il reddito di cittadinanza, un contributo alla comprensione, il luogo dove chiedere spiegazioni. Per esempio sul perché il governo aveva promesso 780 euro e invece me ne sono stati recapitati solo 40. E’ vero, in un nonnulla si è trasformato nel classico deposito di sfoghi sgrammaticati e di petulanti richieste, ma questa non è una notizia: quella vera la offrono i social manager Inps incaricati di rispondere, spesso spazientiti, talvolta insolenti al limite del dileggio del povero utente magari tutt’altro che nativo digitale o esperto di previdenza. Come il caso di una certa Candy Candy Forza Napoli.
Il nickname non annuncia scintille di genio, ma la risposta dell’operatore al suo innocente quesito su come ottenere il Pin è un fulgido esempio di come non dovrebbe comportarsi un soggetto istituzionale: “Basta richiederlo a Poste o a Inps. Oppure è troppo impegnata a farsi i selfie con le orecchie da coniglio?”. Come se allo sportello il funzionario incaricato eccepisse sul nostro cappello, su come portiamo la gonna, o i baffi, insomma facesse apprezzamenti del tutto inopportuni, di certo inappropriati per la sede e la funzione. E per giunta ripetuti.
Dopo aver intimato agli utenti di non usare la pagina facebook come un normale forum, alla fine Inps si è scusata, a conferma che aveva oltrepassato il segno: “In linea con quanto previsto dalla netiquette e dalla social media policy della pagina e in considerazione del grande interesse e impatto del #redditodicittadinanza e di altre misure a favore della famiglia, risponderemo solo a commenti inerenti agli aspetti tecnici delle prestazioni erogate da Inps. Cogliamo l’occasione per scusarci con quanti possano essersi sentiti toccati od offesi da alcune nostre risposte”. Ah, ecco. (fonte Ansa)