Cani randagi, la sorella di Tremonti fa marcia indietro: “Mai detto di sopprimerli. E ora ricevo minacce di morte”

ROMA – ”Che al consigliere di Cantù Angiola Tremonti piaccia o no il nostro Paese tutela con la legge la vita dei cani randagi, i quali comportano un costo irrisorio per lo Stato che non è certo ammissibile pretendere di ridurre ulteriormente”: lo ha detto Gabriella Giammanco (Pdl), componente del Comitato ministeriale ‘animal friendly’, in risposta alla bufera che ha investito la sorella del ministro dell’Economia, dopo la sua frase sui cani randagi in eccesso, e quindi “da sopprimere”.

Dopo il polverone suscitato, la stessa Tremonti stessa ora smentisce di avere mai pronunciato quelle frasi riportate dalla stampa. “La situazione è grave – spiega la consigliera  -. Ricevo continue minacce, anche di morte, per cose che non ho mai detto e che non penso. Sono stata costretta, con grande dispiacere, a rivolgermi all’autorità giudiziaria per segnalare i numerosi messaggi e le dichiarazioni diffamatorie e minacciose che mi giungono dopo l’articolo pubblicato l’8 febbraio dal quotidiano la Provincia di Como in cui mi sono state messe in bocca frasi non raccolte dalla mia viva voce. Ne ho preso le distanze fin da subito ma non è bastato e sono oggetto di continui attacchi da giorni”. E ancora: “Non ho mai usato le parole ammazzare, uccidere, sopprimere i cani randagi. Non lo penso. Amo gli animali e voglio il meglio per loro. Non è giusto che soffrano in nessun caso”.

“Tutto è partito dalla mia richiesta di documentazione sulla gestione economica del canile consortile di Mariano Comense di cui il Comune di Cantù, in cui presiedo la Commissione Bilancio, è capofila. Non sono entrata nel merito ne della gestione del canile, ne del lavoro dei volontari. Porto grande rispetto e stima per chi si occupa di loro. Sul randagismo – spiega poi la sorella del ministro – la mia posizione, da amante degli animali, è questa: è un grave problema del nostro Paese. Il numero dei cani randagi è altissimo e bisogna prendere coscienza dell’attuale situazione di degrado e malattia in cui vivono centinaia di animali, amati e non, abbandonati al loro destino. Invito il governo a gestire il problema nel migliore dei modi, guardando alle realtà di tutte le regioni italiane in cui, andando a verificare sui numerosi siti web, si riscontrano situazioni drammatiche a danno di bambini, turisti, commercianti ecc. Nella mia zona il problema non sussiste. Le soluzioni, però, le devono trovare i legislatori, io faccio altro”.

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