Lei muore per troppo alcol, “lui la filma”: indagato cantante blues

GENOVA – “Mentre la sua fidanzata moriva lui la filmava senza aiutarla”: per questo Giovanni Guelfi, musicista blues nato a Genova ma residente a Torino, ha ricevuto un avviso di garanzia per omissione di soccorso ed è stato sottoposto a perquisizioni sia a Torino sia a Genova.

Secondo la procura del capoluogo piemontese Guelfi non avrebbe aiutato la fidanzata, l’ex infermiera peruviana Velveth Mayer Garcia, la notte in cui morì nel suo letto – di lui – dopo aver bevuto “bevande alcoliche in rilevante quantità, al di là della sua possibile soglia di resistenza”.

Era il 7 settembre scorso. I due, entrambi quarantunenni, si erano conosciuti solo dieci giorni prima, ma Guelfi le aveva già regalato un anello di fidanzamento. Quella sera Velveth bevve più del solito. Fino a morirne. Ma a questo punto la ricostruzione della notte diventa un mistero.

Per il pubblico ministero torinese Marco Gianoglio Guelfi “omise di prestare assistenza a Velveth pur avendo constatato che era o sembrava inanimata”, anche se lei “caduta dal letto e urtato il capo sul comodino non aveva dato alcun segno vitale”, e “avendo assunto sostanze alcoliche in quantità da lui somministrate”.

La procura è convinta che Guelfi sia “persona che abitualmente effettua riprese di ogni sua attività con il telefono cellulare riversandole poi sul pc” e che la notte in cui Velveth morì “è altamente probabile che siano state effettuate riprese dei fatti”.

E l’ipotesi della procura è che lui la filmava mentre lei era agonizzante. Guelfi dice al Corriere della Sera: “Non esiste nessun video, possono cercare quanto vogliono. Ho girato spesso filmati anche di situazioni personali intime, ma sempre con il consenso di chi avevo davanti e nel rispetto della privacy”.

Il musicista afferma di essersi accorto Velveth fosse morta soltanto svegliandosi al mattino: “Mi svegliai e lei era rigida, aveva sangue sulla faccia. Il medico parlò di come etilico”.

 

 

 

 

 

Gestione cookie