Capaldo si difende: 'Sono un giudice libero'

ROMA, 4 AGO – ''Sono andato avanti con il mio lavoro. Nell'ultimo anno ho arrestato Lorenzo Cola e anche tutti gli indagati della P3. Nonostante questo, pero', c'era chi voleva tirare fuori qualcosa che mi danneggiasse, e oggi hanno pensato bene di inventare il reato di cena col ministro''.

Lo afferma, in un'intervista al Messaggero, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, che ieri ha lasciato il coordinamento delle inchieste su Enav.

Capaldo denuncia la ''campagna stampa di insolita violenza'' di cui e' vittima e difende il suo operato.

''Ci sono due interrogatori che precedono l'iscrizione di Milanese'' nel registro degli indagati, ''quello del 13 dicembre 2010 del consigliere di Enav Franco Testa e quello del 22 dicembre di Lorenzo Cola, consulente di Finmeccanica. Sono loro che cominciano a parlare della vendita della barca di Milanese''.

Al primo interrogatorio, spiega Capaldo, ''non ho presenziato perche' avevo un impegno a piazzale Clodio. Risulta sul verbale il mio nome perche' ero li', ma dato che il pm Paolo Ielo e' arrivato tardi, e' cominciato in un orario in cui dovevo andare via''. La prova, sottolinea ''e' nell'assenza della firma in calce al verbale''.

L'interrogatorio di Cola ''l'ho fatto io, ma il pranzo che mi viene contestato e' avvenuto prima, il 16 dicembre'', precisa il giudice.

''Il 5 gennaio, poi, Milanese viene indagato, e l'iscrizione poggia sull'interrogatorio fatto da Ielo e su quello fatto da me''.

''Sulla base di questa ricostruzione i dubbi dovrebbero essere tutti fugati. Non c'erano motivi di opportunita' tali da farmi rimettere la delega''.

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