L’Antitrust dice no al rinnovo automatico delle concessioni balneari a Capri. Nel parere sulla bozza di procedura comparativa per l’affidamento delle concessioni demaniali marittime a Capri l’Autorità garante della concorrenza e del mercato avalla la procedura competitiva con cui il Comune di Capri ha deciso di affidare le concessioni balneari ma dice no ad una forma di rinnovo ‘automatico’ pari a ulteriori dieci anni rispetto ai cinque previsti. Allo scadere del quinquennio si rende insomma necessaria un’altra gara.
Il parere dell’Antitrusta sul rinnovo delle concessioni balneari a Capri
Nel parere contenuto nell’ultimo bollettino, l’Autorità auspica inoltre che il Comune di Capri “declini, nell’atto di avvio della procedura, in maniera oggettiva, trasparente, non discriminatoria e proporzionata i criteri di valutazione delle offerte”.
L’Autorità valuta, quindi, favorevolmente “la decisione di codesto Comune di indire una procedura competitiva per l’affidamento delle concessioni balneari con finalità turistico-ricreative” ma “non ritiene condivisibile la previsione relativa al possibile duplice rinnovo della concessione contenuta nella bozza di delibera, sebbene a fronte di motivata richiesta”, riferisce l’Adnkronos.
Gli attuali concessionari, chiarisce l’Antitrust, se interessati possono presentare motivata istanza di rinnovo della concessione per altri cinque anni, con possibilità di duplice rinnovo di altri cinque anni alla scadenza della concessione.
Il rinnovo delle concessioni balneari a Capri dopo 5 anni
Allo scadere dei cinque anni, spiega l’Autorità, “il rinnovo per l’ulteriore periodo potrà essere concesso a fronte di motivata richiesta ed a fronte di motivato provvedimento da parte dell’Amministrazione che verifichi, di volta in volta, il regolare rispetto da parte del concessionario degli obblighi concessori e di legge”.
“È, quindi, necessario che codesto Comune proceda, allo scadere del quinquennio, ad indire una nuova procedura competitiva. In proposito, si deve altresì tenere conto della circostanza che, in questo arco temporale, è possibile – si legge nel parere dell’Antitrust – che intervenga l’auspicata revisione e riordino, nel rispetto della normativa dell’Unione Europea e dei suoi principi, della normativa nazionale relativa alle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo in questione”.