Carabinieri Firenze: Procura militare interroga i due sotto inchiesta Carabinieri Firenze: Procura militare interroga i due sotto inchiesta

Carabinieri Firenze: Procura militare interroga i due sotto inchiesta

Carabinieri Firenze: Procura militare interroga i due sotto inchiesta
Ansa

FIRENZE – In attesa degli sviluppi dell’inchiesta coordinata dal pm di Firenze Ornella Galeotti, i due carabinieri accusati di violenza sessuale da due studentesse americane di 19 e 21 anni, oggi sono stati sentiti dal sostituto procuratore Antonella Masala, della procura militare di Roma, in trasferta nel capoluogo toscano.

Riserbo assoluto su quanto i due militari, l’appuntato Marco Camuffo e il carabiniere scelto Pietro Costa, hanno detto hanno detto al pm che conduce le indagini insieme al procuratore capo Marco De Paolis, in questi giorni all’estero. I reati contestati nell’inchiesta romana, al momento, sarebbero quelli di violata consegna e peculato.

I due carabinieri dovranno spiegare perchè, nella notte tra il 6 e il 7 settembre scorso, decisero di accompagnare a casa le ragazze con l’auto di servizio dalla discoteca (dove erano intervenuti per servizio insieme ad altre due pattuglie). Ma anche perché abbandonarono in strada la vettura e le bugie che avrebbero detto ai superiori una volta rientrati al termine del turno. Intanto l’inchiesta fiorentina è praticamente terminata: mancano gli esiti degli esami scientifici (sui tamponi intimi, sul materiale biologico trovato nell’androne e nell’ascensore del palazzo dove vivevano le due ragazze), di quelli tossicologici e l’incidente probatorio.

Verrà risentita davanti al giudice Mario Profeta la 19enne, che è ancora a Firenze, mentre l’altra studentessa, 21 anni, è ormai negli Stati Uniti, portata via dall’Italia dai genitori che l’avevano subito raggiunta nel capoluogo toscano. Lei dovrebbe essere ascoltata in videoconferenza. I carabinieri, sempre oggi, attraverso il capo ufficio stampa, il colonnello Roberto Riccardi, hanno presentato le scuse ufficiali dell’Arma alle due studentesse e alle loro famiglie. Riccardi non ha voluto commentare il fatto che i due militari, che non hanno negato il rapporto ma si sono difesi dicendo che le giovani erano “consenzienti”, non siano stati arrestati: “queste sono decisioni dell’autorità giudiziaria, una misura cautelare ha bisogno del pericolo di fuga, inquinamento delle fonti di prova o pericolo di reiterazione del reato; queste sono valutazioni della procura della Repubblica che evidentemente fino a questo momento non ha ritenuto ci fossero questi presupposti”.

Ma il colonnello ha ricordato che nei loro confronti l’Arma ha “adottato un provvedimento immediato, forte”, come la sospensione dalle funzioni: “si è deciso subito anche se le indagini erano nelle primissime fasi e l’accertamento completo delle responsabilità va ancora fatto”. L’episodio non sarà senza conseguenze, ma la “struttura” dei carabinieri, assicura Riccardi, “è forte e sana, dotata di anticorpi, riesamina sempre le sue procedure, i sistemi di controllo”.

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