ROMA – Sovraffollamento, carenze nelle strutture sanitarie per i detenuti, aggressioni, suicidi e un clima generale di abbandono. E’ lo stato di salute delle carceri italiane emerso dal breve resoconto presentato questa mattina dal Garante dei detenuti, Mauro Palma. Un dossier che fa da prologo alla presentazione dell’annuale rapporto sugli istituti penitenziari italiani, in programma il 17 aprile al Senato.
Il dato più evidente è quello che riguarda l’indice di sovraffollamento, pari al 129,40%. A fronte di una capienza generale di 50.692 posti, infatti, sono presenti 60.885 detenuti.
La regione più in sofferenza è la Lombardia, seguita da Puglia e Lazio. Appena fuori dal podio la Campania. “In Italia ci sono 102 detenuti ogni 100.000 abitanti – spiega Palma -, numeri in linea con quelli della Francia, ma molto superiori alla Germania, dove ci sono 78 detenuti ogni 100.000 abitanti”. I detenuti sono per il 67% di nazionalità italiana, per il 28% extracomunitari e per il 5% comunitari. Tra i dati che preoccupano maggiormente il Garante c’è il numero di aggressioni subite ogni anno dal personale penitenziario.
Nel 2019 sono state 800, un numero che rischia di ripetersi anche nel 2020. Nei primi 17 giorni dell’anno, infatti, sono state registrate già 41 aggressioni, spesso causate – sostiene Palma – “dal senso di abbandono, sia da parte del personale sia da parte dei detenuti”. Lo scorso anno, inoltre, sono stati 53 i suicidi in carcere, dieci dei quali commessi da persone senza fissa dimora. Quasi la metà di queste morti riguardano, poi, persone in attesa di giudizio. Soggetti dunque vulnerabili nei confronti delle quali, spiega il Garante, ci sarebbe bisogno di maggior attenzione. Tra loro anche i detenuti con problemi di salute mentale. Dei 191 istituti penitenziari in Italia, appena 32 hanno a disposizione strutture adatte per seguire questo tipo di pazienti. I Rems, sottolinea Palma, sono “sottodimensionati” mentre le articolazioni per la salute mentale “realmente carenti”. Attenzione particolare anche alle detenute madri. In questo momento in Italia ci sono in totale 48 donne madri con 53 figli al seguito. “Purtroppo – sottolineano Daniela de Robert e Emilia Rossi – solo Roma e Milano hanno a disposizione case famiglia. Prima di chiudere la conferenza stampa, il Garante ha voluto però annunciare una buona notizia per il mondo carcerario italiano. “Attualmente – ha detto – ci sono 926 detenuti iscritti a corsi universitari. Un dato sempre più in aumento”. “In compenso – ha aggiunto – ce ne sono altrettanti analfabeti”. “E’ chiaro che c’è da fare di più – ha concluso la de Robert – ricordando che il carcere non è un mondo a parte, ma fa parte del territorio”.
Fonte: Ansa.