È morto in cella dopo essere stato arrestato per aver rubato dei teli da mare sulla spiaggia di Capaci, vicino a Palermo, cinque mesi fa. Adesso gli uffici del Garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e per il loro reinserimento sociale hanno aperto un fascicolo sulla morte in carcere di Roberto Pellicano, 39 anni.
L’uomo, tossicodipendente e sieropositivo all’Hiv, era detenuto all’Ucciardone di Palermo da cinque mesi per il furto di due teli da mare e di un borsone con delle creme solari, che poi aveva rivenduto per comprarsi della droga. L’uomo sarebbe morto d’infarto.
Per due volte il suo avvocato, Tommy De Lisi, aveva presentato istanza di scarcerazione «per gravi motivi di salute», la prima era stata respinta. Sul decesso del detenuto la Procura di Palermo ha aperto una inchiesta e il pm Francesco Del Bene ha disposto l’autopsia, in programma domani, come scrive il giornale ‘Repubblica’.
I familiari della vittima hanno presentato una denuncia per omicidio colposo. Pellicano era stato arrestato lo scorso 2 luglio dopo aver commesso il furto nella spiaggia di Capaci, vicino Palermo. Il processo per direttissima, celebrato il 13 luglio, si era chiuso col patteggiamento della condanna a 8 mesi. Lo stesso giorno il legale dell’uomo aveva presentato istanza per gli arresti domiciliari e dieci giorni dopo il perito del Tribunale ipotizza il trasferimento in ospedale: secondo la direzione carceraria l’ uomo si sarebbe opposto agli accertamenti clinici così il 10 settembre il magistrato rigetta l’istanza dell’avvocato.
Il 16 settembre il legale presenta la seconda istanza, intanto il 13 novembre la sentenza diventa definitiva. «Rivolgo un appello ai magistrati di sorveglianza – dice il Garante dei detenuti, Salvo Fleres – affiché valutino l’ effettiva necessità del ricorso alla detenzione in carcere in presenza di soggetti affetti da patologie diverse accusati o condannati per reati minori, come può essere il furto di due teli da mare».