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Carceri Lombardia strapiene, ma la Riforma Madia taglia 625 agenti

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Carceri Lombardia strapiene, ma la Riforma Madia taglia 625 agenti

MILANO – Le carceri sono affollate e il governo taglia gli organici. Accade in Lombardia, dove per effetto della Riforma Madia sono stati dichiarati in esubero 625 poliziotti penitenziari. Con la beffa, per giunta, di un aumento di stipendio ai detenuti che percepiranno una paga dell’83% in più per i lavori svolti all’interno delle mura carcerarie, come pulizie e cucina. Resta invece fermo da anni il compenso degli agenti penitenziari.

Stando alla pianta organica fissata dal decreto ministeriale del 2 ottobre 2017, le carceri lombarde passeranno dalle 5.219 unità precedentemente stabilite a 4.594. Questo, secondo il Sappe Lombardia, il Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, significa aggravare ulteriormente i carichi di lavoro e di responsabilità, nonché obbligare il personale ad espletare lavoro straordinario al fine di assicurare la copertura dei posti di servizio h24.

A manifestare il malcontento al quotidiano Il Giorno, è Alfonso Greco, segretario regionale del Sappe, secondo il quale “non è giusto aumentare la retribuzione dei detenuti dell’83% e per la Polizia penitenziaria ridurre le unità in servizio e non rinnovare un contratto che è fermo da ormai dieci anni. Con questo decreto, mi sento di dire che si è aggirato il grave problema della carenza di personale e non si è tenuto per nulla conto delle reali esigenze di sicurezza di cui necessita un istituto penitenziario”.

A subire i tagli maggiori saranno le carceri di San Vittore (156 uomini), Opera e Monza (98). E proprio in un periodo di sovraffollamento: nei 18 istituti lombardi, al 31 ottobre 2017, c’erano 8.429 persone (456 donne) a fronte di una capienza regolamentare di 6.246. Gli stranieri si attestavano a 3.881. I detenuti in semi libertà erano 76 di cui 14 stranieri.

Per non parlare degli episodi di violenza: l’ultima volta è accaduto il mese scorso a Busto Arsizio, quando un detenuto si è prima gravemente lesionato e poi ha aggredito quattro poliziotti. “Sono stati momenti di grande tensione e pericolo – spiega Alfonso Greco – gestiti nonostante tutto con grande coraggio e professionalità dai nostri poliziotti, nonostante la situazione fosse diventata allarmante. Paghiamo in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. E sotto accusa c’è il sistema di “vigilanza dinamica” introdotto recentemente. In pratica, mentre prima il detenuto poteva stare fuori dalla cella solo un’ora al mattino e un’ora al pomeriggio, adesso può trascorrere all’esterno della stanza dalle 8 alle 10. Stanno più tempo insieme e si organizzano ai nostri danni”.

 

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