ROMA, 3 SET – Per le carceri italiane, sovraffollate con 67 mila detenuti e mancanti del 40% di personale penitenziario in 10 anni, e' arrivato il momento di istituire la figura del 'curatore fallimentare'. La provocatoria proposta e' del sindacato penitenziario Osapp, che lancia l'allarme sull'impossibilita' per il governo di provvedere all'assunzione straordinaria di 1.611 poliziotti penitenziari che – ricorda il sindacato – erano state ''tanto vantate oltre che piu' volte promesse dall'ex ministro della giustizia Angelino Alfano'' ''Purtroppo, mentre per l'oramai residuo personale amministrativo e tecnico delle carceri, in ragione della nuova manovra finanziaria, oltre ad un nuovo blocco delle assunzioni, si ventila la possibilità di una ulteriore riduzione del 10% dell'organico (la terza in 4 anni), per la polizia penitenziaria, in ragione dei veti del ministero dell'economia e finanze e della presunta 'scomparsa' dei fondi che pure la legge 199 del 2010 (che aveva creato il Fondo unico giustizia, ndr) per l'attuazione del cosiddetto 'piano-carceri', non si potrà provvedere all'assunzione straordinaria delle 1.611 unità'',
''Nel 2000 e con 15mila detenuti in meno – ricorda il sindacalista – erano in servizio negli istituti e nei servizi dell'Amministrazione penitenziaria quasi 10mila addetti dei profili tecnico-amministrativI e 41mila poliziotti penitenziari, tenuto conto dell'assunzione straordinaria, allora prevista oltre l'organico, di 800 agenti ausiliari. Oggi, con 67mila detenuti, il personale dei profili tecnici-amministrativi non supera le 7mila unità e di poliziotti penitenziari in servizio ce ne sono poco più di 39mila'' Beneduci si augura che, a seguito di questo progressivo ''forfait dello Stato in ambito penitenziario'', non si arrivo a dover determinare ''l'affidamento diretto della gestione delle carceri ai detenuti, in una sorta di obbligata auto-gestione, come in alcuni paesi del Sudamerica''.