Sulmona, carceri: protesta degli agenti penitenziari

Stato di agitazione per gli agenti penitenziari del carcere di Sulmona. Tornano a chiedere l’immediata chiusura della casa di lavoro del carcere di Sulmona, infatti, i sindacati di polizia penitenziaria Cgil, Ugl, Uil, Sappe, Cisl, Sinappe e Fsacnpp, in un documento congiunto.

La carta è stata mandata al capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), al Provveditore regionale Abruzzo e Molise, all’ufficio relazioni sindacali, al direttore del carcere di Sulmona, ai capigruppo parlamentari e al personale della casa di reclusione.

Tra le richieste dei sindacati, la riduzione del numero dei detenuti, in particolare degli internati, la rivalutazione delle assegnazioni di soggetti con problemi psichiatrici, il potenziamento del presidio sanitario e del numero di agenti, l’incremento delle ore di straordinario.

“Turni di lavoro pesanti, straordinari non pagati e carichi di lavoro eccessivi minano la condizione psicofisica degli agenti – scrivono -. A questi problemi, comuni a tutti penitenziari, si aggiunge per quello peligno la criticità della casa lavoro più grande d’Italia, che ospita 200 internati con problemi di tossicodipendenza e psichiatrici”.

Con il passaggio della medicina penitenziaria alle Asl, il servizio sanitario, secondo i sindacati, sarebbe ulteriormente peggiorato, con un solo infermiere nel turno serale a far fronte alle esigenze di 400 detenuti in trattamento farmacologico. Al capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria i sindacati chiedono di essere ricevuti “per affrontare e risolvere la drammatica situazione del carcere di Sulmona”.

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