MILANO – Sono entrati in 15 chiedendo un tavolo ma subito dopo hanno chiarito il motivo della loro presenza: erano vegani, venuti per un blitz contro lo chef Carlo Cracco, proprietario del ristorante, ritenuto “assassino”, visto che cucina animali. Questo il racconto di Repubblica:
Una quindicina di persone che si sono definite “vegane”, ieri sera alle 21.30 si sono presentate nel ristorante di Carlo Cracco in centro a Milano insultando il proprietario e gridando: “Questo è un ristorante di m.. e Carlo Cracco è un assassino perché cucina gli animali”. Il blitz nasce, probabilmente dopo le polemiche nate con la denuncia presentata da parte di un gruppo di animalisti per un piatto a base di piccione che lo chef ha cucinato a Masterchef. È stato l’addetto all’assistenza clienti, un dipendente di 46 anni, a telefonare al 112 raccontando che queste persone, con giubbotti scuri, erano entrate nel ristorante chiedendo un tavolo. In realtà – è la ricostruzione – quello era un pretesto. Il gruppo è rimasto nell’ingresso del ristorante, poi è uscito allontanandosi in direzione di via Orefici. Il blitz dei vegani da Cracco è durato circa un quarto d’ora senza che nessuno dei clienti si accorgesse di nulla.
La diatriba su Cracco, di certo non l’unico chef a cucinare animali, è nata quando ha presentato a Masterchef un piatto a base di piccione. Gli animalisti sono andati su tutte le furie e lo hanno denunciato.
Il presidente del consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha spiegato che da secoli “i piccioni vengono allevati per la loro carne” e in Veneto “rimase storica la diatriba tra Breganze e Torreglia per chi potesse tra i due usare il nome di Torresano per i piccioni allevati nelle colombare di torre e si finì davanti a un giudice che salomonicamente risolvette il caso riconoscendo a tutte e due le cittadine la facoltà d’uso del titolo di torresano”. Dopo un excursus storico-letterario sul piccione, ricordando anche la ‘Clizia’ di Machiavelli o i presunti poteri afrodisiaci in epoca medioevale, Ciambetti rileva che se Cracco ha cucinato “come penso, un piccione di allevamento non vedo perché denunciarlo. Più di quello che cucina Cracco, che penso possa dare lezione a noi tutti su ciò che è permesso e quanto è proibito in cucina, su Haccp e selvaggina – conclude – mi preoccuperei piuttosto, e seriamente, di quello che si cucina in molti ristoranti etnici e in certi take away”.