MILANO – Il braccio è salvo, può tranquillizzarsi Carlo Di Napoli, il capotreno ferito a colpi di machete mentre controllava i biglietti sul treno alla fermata Villapizzone, periferia di Milano. La polizia ha arrestato due ragazzi sudamericani: farebbero parte della gang latina MS13, un gruppo violento e dedito ad attività illecite che si è radicalizzato a Milano. Il capotreno è stato colpito nella notte tra giovedì e venerdì mentre svolgeva il suo lavoro.
I due arrestati con l’accusa di concorso in tentato omicidio sono Jackson Jahir Lopez Trivino, ecuadoriano di 20 anni con permesso di soggiorno scaduto, e Josè Emilio Rosa Martinez, 19enne di El Salvador. Quest’ultimo è ritenuto l’autore materiale, colui che ha colpito col machete il capotreno Carlo Di Napoli procurandogli una ferita al braccio che stava per costargli l’amputazione dell’arto.
Lopez Trivino è già noto ai poliziotti della Mobile in quanto coinvolto con l’appellativo di ‘Peligro’ (pericolo) nell’ operazione ‘Maredos’ del 2013 che portò all’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di 25 soggetti, di cui 7 minorenni, per la maggior parte salvadoregni, affiliati all’associazione criminale.
“Ho avuto molta paura, ma ora mi sento più sollevato: la cosa più importante e che potrò riabbracciare la mia bimba di 5 mesi”, ha detto Di Napoli al segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri che è andato a trovarlo all’ospedale di Niguarda. “Avevo intuito che c’era una situazione strana – ha aggiunto – e per questo ho chiesto al mio collega se poteva stare ancora un po’ con me nonostante avesse finito il turno”.
“Questa è la notte più brutta e lunga della mia vita, mio marito è una roccia anzi la nostra roccia!”, ha scritto giovedì sera sulla sua bacheca di Facebook la moglie di Carlo Di Napoli. “Non pensavo di essere circondata da così tante persone che ci vogliono bene! Grazie, io non mollo e neanche Carlo!”, continua il messaggio della donna, che pochi mesi fa ha avuto un bambino con il ferroviere ferito.