ROMA – Repubblica lo definisce il “braccio” di Roberto Formigoni, il governatore della Lombardia, il suo “alter ego”. Carlo Lucchina, 63 anni, direttore generale della Sanità, sarebbe indagato per presunte irregolarità nell’assegnazione dei progetti di sperimentazione clinica finanziati dalla Lombardia. Convegni e viaggi pagati dalle aziende sono finite sotto i riflettori dei magistrati, nel registro degli indagati ci sono altre 27 persone. Le ipotesi di reato sarebbero di associazione per delinquere, turbativa d’asta, rivelazione del segreto d’ufficio e peculato.
Lucchina viene descritto come un uomo potente nelle dichiarazioni riportate su Repubblica di Alessandro Cè, l’ex assessore regionale alla Sanità. “Chi decide tutto è Formigoni con Sanese, il segretario generale della Regione, e Lucchina. Tutto il resto è un corollario”.
Nel 2003 diventa direttore generale, dopo Renato Botti e Francesco Beretta. Laureato in economia alla Cattolica di Milano, lavora dal 1970 fino al 1998 alla Provincia di Varese. Dal 1999 fino alla fine del 2002 entra all’ospedale di Varese.
Cominciano i problemi secondo quanto riporta Repubblica, anche se Lucchina rilancia l’ospedale. In quel periodo “con altre dodici persone è inquisito per truffa aggravata e abuso d’ufficio nell’appalto per la costruzione di un nuovo reparto per infettivi. Una brutta storia da cui esce solo molti anni dopo, quando ormai Formigoni l’ha scelto da tempo come direttore generale della Sanità. Il governatore, che ama circondarsi di ciellini, nel 2003 ha il problema di trovare un manager di un certo calibro da mettere alla guida della sanità. Non trovandone nel suo entourage, chiama alla sua corte Lucchina: che, certo, non ha Cl nel pedigree ma che essendo stato per anni iscritto alla Cisl, sindacato cattolico, rassicura in qualche modo il governatore, che subito lo mette alla prova”.
Cristina Cantù, ex direttore generale dell’Asl di Milano, in quota Lega, secondo quanto sostiene Repubblica sarebbe stata “fatta fuori e retrocessa in provincia perché voleva fare di testa sua. Luciano Bresciani, assessore in carica, gli ha sempre lasciato mano libera sul fronte operativo. Ma sulle nomine dei direttori generali non ha abbassato la testa. Bresciani, in quell’occasione, si è imposto denunciando il problema della lottizzazioni delle poltrone e alla fine l’ha spuntata lui”.
Poi si arriva al marzo del 2012. Come riporta il Corriere della Sera “il 7 maggio 2012 dall’informativa del Nucleo speciale polizia valutaria emergono a carico di Lucchina elementi indiziari” per le ipotesi di “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente” e “associazione a delinquere”. In una informativa si farebbe accenno a “un viaggio a Chicago per la partecipazione a un congresso medico nei confronti del responsabile del servizio ingegneria clinica dell’ospedale di Lecco”; e a una “somma di 12.500 euro”, che, scrive il Corriere può sembrare un piatto di lenticchie per la divisione elettromedicale italiana di una multinazionale che come «General Electric Healthcare» fattura nel mondo 17 miliardi di dollari e impiega 46.000 persone: sennonché i soggetti nel cui interesse i 12.500 euro sono stati «corrisposti a titolo di sponsorizzazione del congresso scientifico dell'”Associazione nazionale medici cardiologi” il 22 ottobre 2011 all’Hotel Michelangelo di Milano» sull’«imaging nella cardiopatia ischemica», sarebbero stati proprio alcuni dei tecnici che in Regione avevano contribuito a disegnare su misura il bando per il «progetto di ricerca innovativa denominato “L’ecoscopio: un nuovo strumento diagnostico”», presentato dagli ospedali di Milano Niguarda e Lecco, e «approvato il 23 dicembre 2010 dalla giunta della Regione Lombardia con la delibera n.1137 per 1 milione e 100.000 euro» erogati.