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Carlo Masi, dai film gay a luci rosse alla Sapienza: insegna Matematica

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Carlo Masi, dai film gay a luci rosse alla Sapienza: insegna Matematica

ROMA – Da giorni nei corridoi della Sapienza non si fa che parlare di lui, del professor Ruggero Freddi, meglio noto come Carlo Masi. Dopo una brillante carriera nel mondo dell’hard è salito in cattedra e insegnerà Analisi 1 agli studenti della facoltà di Ingegneria. Oltre che modello, pornodivo e icona gay, è infatti anche un brillante matematico e ricercatore.

Sul curriculum vanta ben due lauree, una in Ingegneria Informatica l’altra, recente, in Matematica. Poco dopo la prima laurea, con lode, pratica i lavori più disparati: personal trainer, modello, spogliarellista, fino alla vera vocazione: il porno gay. È così che è nato il personaggio di Carlo Masi. Intervistato dall’Agenzia Dire, spiega: “Ho deciso di intraprendere quella carriera anche come riscatto sociale: venivo da una famiglia molto umile e volevo guadagnare un po’ di soldi”. Da lì il successo fu quasi immediato. “La mia fama era arrivata a superare quella della mia casa di produzione e a circa 32 anni decisi di cambiare. Lasciai quel mondo quando ero all’apice preferendo non avviarmi a un lento declino. Ma vado fiero di quello che ho fatto e non lo rinnegherò mai”.

Nel 2013 però decide di rivestirsi per tornare a dedicarsi alla sua prima vera passione: la matematica. “Dopo la seconda laurea iniziai la carriera da ricercatore e mi feci largo tra pregiudizi e bigottismi, perché purtroppo gli omofobi si annidano in tutte le sfere della società, anche quelle accademiche”. Eppure “andai avanti perché nessuno può dirti cosa puoi o non puoi fare o dove puoi o non puoi arrivare”. E’ consapevole delle difficoltà ancora da venire. “Continuerò a insegnare matematica finché avrò qualcosa dire. Tutti sappiamo come la carriera accademica in Italia sia complicata e non ho intenzione di arrivare a 60 anni ancora in attesa della cattedra”.

Ma in Sapienza come lo hanno accolto? “I ragazzi sono visibilmente divertiti e io sono un tipo simpatico. Ma parlo di matematica, non di altro e non di me stesso. Quindi va bene essere alla mano e non troppo formali ma bene mettere paletti e stabilire giuste distanze”. I rapporti, dice, sono sereni anche con gli altri docenti. “Non ho avuto problemi e non ci sono stati casi di omofobia, tranne un solo episodio spiacevole: il Dipartimento pochi mesi fa mi convocò per chiedermi spiegazioni perché invitai i ragazzi ad andare al gay Pride. Eppure non c’erano ragioni politiche né di natura sessuale dietro, ma solo un’esigenza di sensibilizzare il prossimo verso i diritti dei gay”. Di tutta risposta “ho deciso di organizzare – in occasione della giornata mondiale contro l’Aids, 1 dicembre – un incontro qui in facoltà. Feci la stessa cosa nel lontano 2001, solo che allora- sorride- ero uno studente…”.

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