Scoppia il caro-maturità: ai privatisti chiesti fino a 500 euro

ROMA – In tempi di crisi anche gli esami di maturità possono diventare un lusso… per i privatisti. Scoppia il caro maturità: molti istituti superiori statali chiedono fino a 500 euro di contributo “volontario” per sostenere gli esami di Stato dall’esterno. La denuncia arriva dal sito studentesco Skuola.net che ha pubblicato i dati di un’indagine condotta via web sulle tasse richieste ai candidati privatisti.

Scrive Skuola.net: “In rete si possono individuare delle scuole particolarmente “virtuose”, che pretendono contributi per l’esame di ammissione e l’esame di Maturità, superiori a 300 euro: al Sibilla Aleramo (Roma) si spendono 300 euro, al Luigi Cossa (Pavia) 320, al Vendramin Corner (Venezia) 400, al Federico II (Capua) addirittura 550 euro. Ai malcapitati non si specifica che il contributo è volontario, in quanto l’Ordinanza Ministeriale 41/2012 prevede un rimborso spese obbligatorio per i privatisti solo se all’esame ci sono prove pratiche di laboratorio”.

Ma anche i maturandi regolarmente iscritti sarebbero stati “costretti” a pagare un contributo alla scuola, spiegano quelli di Skuola.net: “Secondo un nostro sondaggio due terzi degli studenti hanno versato una somma che va poche decine di euro fino a fondare il muro dei 50 per sostenere l’esame. In rete si possono individuare almeno 50 scuole che sul proprio sito parlano del contributo senza specificarne la natura volontaria. Inoltre a Skuola.net sono giunte molte segnalazioni di studenti che, non in regola con il pagamento, si sono sentiti dire che non sarebbero stati ammessi all’esame: non è assolutamente vero, la scuola non ha questa facoltà!”

Quest’anno, i candidati esterni della maturità che per sostenere l’esame hanno scelto una scuola statale superano di poco le 16 mila unità. Una buona occasione per portare nelle casse scolastiche qualche migliaio di euro in più, ma che per le famiglie interessate può significare un esborso di denaro non indifferente. Insomma, in tempo di crisi, le scuole non rinunciano a far cassa sui candidati esterni.

Un’altra uscita economica per i maturandi è rappresentata dalla tesina. Infatti, il 43% degli studenti ha dichiarato che sarebbe disposto a spendere parte dei suoi risparmi per chiedere un aiuto nella stesura di questo elaborato o, addirittura, per averne uno già pronto. Quasi la metà degli studenti che fra qualche giorno dovrà sostenere gli esami, infine, ha affermato che spenderà somme consistenti anche per dotarsi di vocabolari, temari, bignami o, semplicemente, per avere una buona tariffa che permetta di navigare su Internet con il proprio cellulare. Il 32% dei maturandi ha confessato che destinerà a tal proposito fino a 30 euro (il 9% oltre 60).

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