Carrara, 4 morti in incidente. L'unico sopravvissuto indossava la cintura di sicurezza Carrara, 4 morti in incidente. L'unico sopravvissuto indossava la cintura di sicurezza

Carrara, 4 morti in incidente. L’unico sopravvissuto indossava la cintura di sicurezza

Carrara, 4 morti in incidente. L'unico sopravvissuto indossava la cintura di sicurezza
Carrara, 4 morti in incidente. L’unico sopravvissuto indossava la cintura di sicurezza

CARRARA – Stefano Bozzini è l’unico sopravvissuto della strage di Carrara, l’incidente in auto, in viale Zaccagna, costato la vita a quattro persone. Ed è l’unico che quel sabato notte, tre giorni fa, aveva la cintura di sicurezza allacciata. Gli altri in auto, Marco Crea, 21 anni, alla guida, Irene Bellulovich, 19 anni, e i due operai inglesi del Pignone Oliver Kemp, 35 anni e Thomas Haycock, 29, non le indossavano nel momento dell’impatto in quella curva difficile.

“È terribile. E sa come ci si sente? Si sente di aver fallito nella prevenzione e nella educazione stradale. Si fanno tante cose, con le istituzioni si organizzano controlli, test con l’etilometro, multe per la velocità. Passiamo da cattivi quando firmiamo i verbali: ma non serve a nulla. Tutto questo non serve a nulla quando in dieci giorni muoiono sei persone”: a parlare al Tirreno è la dirigente della polizia stradale di Massa Carrara Serafina Di Vuolo.

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“Noi spendiamo parole, ci sono campagne nazionali, perché gli incidenti mortali sulla strada sono in aumento. Ma bisogna ammettere che è necessario fare di più – dice la Di Vuolo – Perché le cinture di sicurezza salvano la vita e deve diventare abitudine allacciarle anche nei sedili posteriori. Sono preoccupata perché questi messaggi non passano, perché non ci si mette in macchina sotto l’effetto dell’alcol o della droga: lo ripetiamo spesso. Lo andiamo a dire anche nelle scuole. Poi ci sono i fatti”.

I fatti come quelli di sabato scorso, 21 aprile, quando nella curva di viale Zaccagna la Lancia guidata da Marco Crea, senza cintura, non ha nemmeno frenato. Secondo le prime ipotesi degli investigatori stava andando molto veloce, forse, ipotizza Di Vuolo, era “distratto, ha imboccato la curva a velocità sostenuta. Si è trovato il muro davanti e non ha frenato”.

Il resto lo dirà l’autopsia sul corpo di Marco Crea, che permetterà di capire se avesse bevuto. Quel che è certo, ad oggi, è che l’unico sopravvissuto indossava la cintura di sicurezza.

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