La carta fatta con la buccia di arance, kiwi e residui di mandorle

La carta Crush di Favini: fatta con residui di frutta

ROMA – Dalla buccia e della polpa dell’arancia si ricava carta. Così come si riesce a fare da residui di mais, olive, mandorle, nocciole, kiwi e caffè. Carta ecologica e con una sfumatura di colore simili al materiale da cui ha origine. A ideare la carta Crush è stata l’azienda Favini, non nuova all’inserimento di verdure nella carta. Qualche tempo fa nella carta misero le alghe, producendo la Shiro Alga Carta.

“Nel caso di Crush, acquistiamo i residui di scarto sotto filiera. Per esempio il pastazzo di agrumi è ciò che resta delle arance dopo la spremitura, dopo che aziende specializzate nei dolcificanti hanno estratto la pectina, e quelle cosmetiche le essenze e, addirittura, dopo che aziende di pneumatici hanno estratto gli oli e la gomma che va a sostituire parte del petrolio nei battistrada, dice Michele Posocco, brand manager di Favini. “A fine filiera, arriviamo noi, quando il pastazzo sarebbe pronto per essere pellettizzato e destinato alla combustione. Oppure micronizzato e miscelato ai mangimi per animali. O, peggio, eliminati in discarica”.

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