Marsala, casa di cura-lager per anziani: tre arresti

Una casa di cura abusiva, una ”villa degli orrori” per anziani che venivano chiusi nelle camere la notte, tra i topi, sporchi, trascurati, tenuti calmi con psicofarmaci non prescritti da medici. A gestire quello che viene definito dagli inquirenti ”un lager per moribondi”, che era già stato sequestrato nel febbraio scorso, erano tre persone, arrestate e poste ai domiciliari dalla Guardia di finanza dopo l’inchiesta della procura marsalese su Villa Royal, in contrada Cardilla a Marsala, ufficialmente una casa di accoglienza per vecchietti.

Gli arrestati sono Baldassare Genna, 49 anni, assistente capo di polizia in servizio nel commissariato di Marsala, la moglie Vita Maria Rallo, di 45 anni, e il fratello Giuseppe Genna, di 51, accusati di sequestro di persona, maltrattamenti, abbandono di persone incapaci. Sono stati denunciati anche i figli di Genna, di 22 anni, e di 19, che assieme alla madre sono indagati per esercizio abusivo della professione sanitaria, violazione delle leggi sanitarie e di pubblica sicurezza, somministrazione di medicinali guasti e abusivismo edilizio.

”La casa alloggio – ha detto il procuratore Alberto Di Pisa – era autorizzata soltanto a fornire ospitalità a nove anziani autosufficienti. Ed invece ce n’erano molti di più, non autosufficienti e spesso con problemi di natura psichica, ai quali venivano somministrati farmaci senza la prescrizione medica”. Nella villa sarebbero stati ospitati circa 25 anziani, quasi tutti con problemi di salute, che ”di notte venivano chiusi nelle loro stanze, che solo la mattina successiva venivano ripulite dagli escrementi”.

”Una casa lager dove gli anziani in fin di vita venivano abbandonati al loro destino senza ricevere più alcuna cura”, dicono gli inquirenti. ”Alcuni ospiti gravemente ammalati e ormai in fin di vita – ha spiegato Di Pisa – di notte venivano abbandonati fino al loro decesso”. Uno dei gestori della casa di cura abusiva, ha svelato Di Pisa, avrebbe detto: ”Questo, oggi o domani, muore, non curatelo”. Non veniva, quindi, neppure ordinata la somministrazione della soluzione fisiologica ”perché tanto sta morendo”.

”E’ una pagina veramente triste” ha commentato il colonnello Pietro Calabrese, comandante provinciale della Guardia di finanza. L’indagine proseguirà, ha detto Di Pisa ”perché c’è il sospetto che qualcuno informasse preventivamente i titolari dei controlli che dovevano essere effettuati”.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie