FIRENZE, 15 DIC – Posizioni ancora lontane, tra CasaPound e la comunità senegalese di Firenze, sull’incontro “chiarificatore” chiesto ai migranti dall’associazione di estrema destra, frequentata dal killer Gianluca Casseri, che ha ucciso a colpi di pistola Samb Modou e Diop Mor, ferendo gravemente Sougou Mor, Mbenghe Cheike e Moustapha Dieng, ricoverato in prognosi riservata a Careggi.
Secondo Casapound, al riguardo, vi sarebbero ”aperture” da parte dei senegalesi, che ieri hanno dichiarato di volere la chiusura di tutte le sedi dell’associazione. Ma esponenti della comunità del paese africano smentiscono, almeno in parte, che vi siano al momento spiragli per un dialogo: ”Un incontro non è escluso, ma tra noi c’è ancora troppa rabbia, è troppo presto per una decisione su questo”, spiega uno dei portavoce, Assan Kebe.
Saverio Di Giulio, responsabile fiorentino di Casapound, ha invece parlato dell’incontro come di ”qualcosa di certo”, una certezza che resta unilaterale per il momento, ma tant’è: ”C’è solo da definire le modalità, cioè il quando e se si svolgeràè in via riservata o insieme alle istituzioni, in forma pubblica, come preferiremmo noi”, ha detto. Di Giulio ha spiegato di aver ”parlato, ieri, a margine di una trasmissione di una tv locale della quale eravamo entrambi ospiti, con Assan Kebe, esponente della comunita’ senegalese” e di ”aver riscontrato in lui la disponibilità ad un incontro: sono certo che il confronto si farà, e noi potremo chiarire che non siamo razzisti, non siamo per le guerre tra poveri come alcuni stanno dicendo”.
Quanto alla richiesta di chiusura delle sedi effettuata da Diaw, il responsabile dell’associazione della destra radicale la definisce ”una dichiarazione frutto di strumentalizzazioni messe in atto dalla sinistra estrema fiorentina, una frase non realmente appartenente alla comunita’ senegalese”.
Kebe, però, offre una versione dei fatti diversa rispetto a quella prospettata da Di Giulio. ”E’ vero, ieri abbiamo parlato – spiega – ed in via generale la comunità senegalese non esclude che potrebbe in futuro esserci un incontro con CasaPound, perché noi siamo sempre disponibili al confronto. Tuttavia – aggiunge – adesso siamo troppo arrabbiati per quello che e’ accaduto, e non ci fidiamo di quello che loro fanno e dicono: per questo al momento ribadiamo la nostra richiesta di chiusura, e quanto all’incontro, si vedrà”.