Case maltrattamento vecchi: non la regola, ma neanche l’eccezione. Il piacere di far male ai deboli

Ininterrotta catena di punti-notizia (l'ultimo a Napoli) forma una figura: quella della casa maltrattamento vecchi. Talvolta (un sacco di talvolta) questo e non altro è la casa di riposo. Succede per soldi ma anche per il piacere di far male ai deboli.

di Riccardo Galli
Pubblicato il 8 Giugno 2023 - 10:00 OLTRE 6 MESI FA
case maltrattamento vecchi

Foto Ansa

L’ultima di cronaca è una casa in quel di Napoli, una casa di maltrattamento vecchi. Le cronache ne sono stabilmente punteggiate di notizie sulle case di maltrattamento vecchi vestite, anzi travestite da case di riposo e assistenza anziani. Una serie lunga e diffusa di punti-notizia che formano appunto una figura: la casa maltrattamento vecchi. Non la regola ma neanche la sparuta eccezione. Spesso, molto spesso, troppo spesso l’anziano va o viene collocato in una casa di riposo e assistenza e si trova invece in una casa dedita al suo maltrattamento.

Dicono accada perché talvolta (svariate talvolta) i diciamo così imprenditori della casa risparmiano sul personale, pagano poco e male (non di rado in nero) personale non qualificato e inducono se non costringono di fatto il personale a turni, fatiche, mansioni che lo incattiviscono. Dicono accada perché talvolta (un sacco di talvolta) i diciamo così imprenditori della casa risparmiano sul cibo, sulle medicine, figurarsi sulla salute e qualità della vita degli ospiti. Dicono insomma accada che una casa diventi casa maltrattamento vecchi per soldi, ingordigia, che sia crudeltà indotta, effetto collaterale del farci i soldi sopra i vecchi, tutti i soldi possibili con ogni mezzo. Dicono bene ma non dicono tutto.

Il piacere di far male ai deboli

C’è anche altro al fondo delle storie di anziani umiliati, picchiati, legati, derisi. C’è, anche se lo si nega, c’è evidente il manifestarsi, il dispiegarsi del piacere di far male ai deboli. Colpire il debole perché é debole. L’incapace di difendersi è di per sé un target di disprezzo. E quindi una entità di ridotto, minimo valore. Che se poi diventa fastidio, incombenza, allora merita, chiama punizione. Punizione e soprattutto umiliazione, umiliazione che gli sbatta in faccia la sua condizione di debole. E un debole non può essere fastidioso, un debole ha diritti deboli tendenti al nulla. L’odio per i deboli, per i deboli in quanto tali, è l’accelerante dell’incendio violenza verso gli anziani che talvolta (un sacco di talvolta) si accende nelle case di riposo-assistenza trasformandole, non di rado stabilmente, in case maltrattamento vecchi.