MILANO – Contratti a tempo determinato della durata di 88. Da marzo 2012 fino al 31 dicembre 2099. Succede all’Aler di Milano, la società che si occupa di gestire le case popolari. Aler che è da mesi al centro delle polemiche proprio per l’assegnazione di quegli appartamenti e per l’enorme buco di bilancio.
Racconta su Repubblica Oriana Liso che l’Aler si è servita di diverse agenzie interinali per assumere una serie di portieri degli stabili. Contratti da 1300 euro lordi, inquadramento da operaio e contratto di 88 anni rinnovabile per un massimo di sei volte. Insomma un contratto da “precario” della durata di 528 anni.
Di questi contratti, spiega sempre Liso, ne sono stati fatti almeno una quarantina. Il punto è che l’Aler si è servita di diverse agenzie interinali e quindi è difficile individuarne il numero esatto.
Non c’è comunque nessun errore, come scrive Liso:
E se venisse il dubbio che quel “2099” è un semplice errore di battitura, sarebbe spazzato via dalla specifica, nello stesso contratto, del totale dei giorni di lavoro, ovvero 32.082: che vuol dire — lavorando ogni giorno dell’anno, senza riposi, ferie, malattie — un impiego per 87,8 anni. Nella realtà, lo stesso contratto indica anche l’orario di lavoro settimanale: 44 ore settimanali, dal lunedì al venerdì, con un compenso mensile di poco meno di 1.300 euro lordi e con tredicesima e quattordicesima per un inquadramento da operaio. Il paradosso è che, a fronte di un contratto così lungo, il periodo di prova, entro il quale si può interrompere il rapporto di lavoro senza preavviso né pagamento, è di soli 13 giorni
In una società con un bilancio in profondo rosso la certezza è quella dell’assenza di controllo da parte di Aler. Il sospetto, se possibile, è ancora più grave. Ancora Repubblica:
tra le ipotesi che si possono fare, infatti, c’è quella di una sorta di assunzione “familiare”, in cui passare l’incombenza di pulire le scale e stare in portineria da una generazione all’altra.