La Squadra Mobile di Caserta sta eseguendo 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti degli esponenti del clan dei Casalesi. Il capo storico della cosca è Francesco Schiavone, detto “Sandokan”. L’operazione arriva dopo il fermo di polizia giudiziaria, disposto alcuni giorni fa dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, nei confronti di altri 9 esponenti dello stesso gruppo. È il seguito delle indagini condotte dalla polizia, dopo il sequestro del “libro mastro” contenente la contabilità dell’organizzazione camorristica. All’interno c’era l’elenco degli “associati”, ai quali venivano riconosciuti compensi mensili, e le vittime del “pizzo”. L’attività investigativa e i riscontri al contenuto della documentazione sequestrata avevano già condotto, nel settembre del 2008, all’arresto da parte della squadra mobile di Caserta di 107 affiliati al clan, tra i quali Giuseppina Nappa, moglie di Francesco Schiavone. Le ulteriori indagini – hanno spiegato in una nota gli investigatori – hanno ora portato all’individuazione di altri capi e gregari del gruppo, dei quali è stato delineato il ruolo nelle varie aree di influenza del clan. Destinatari dei provvedimenti in corso di esecuzione sono i capi zona e gli incaricati della raccolta dei proventi delle estorsioni e della distribuzione degli ‘stipendi’ agli affiliati e alle famiglie dei detenuti.
Anche una donna, Maria Giuseppa Cantiello, 42 anni, di Casal di Principe, è una delle destinatarie delle 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Tribunale di Napoli. La donna, che è stata arrestata dai carabinieri della compagnia di Casal di Principe, è la moglie di Pasquale Apicella, soprannominato “o bellomm”, ritenuto elemento di vertice del gruppo Schiavone, in carcere dal 1997 e condannato con sentenza definitiva nell’ambito del processo “Spartacus”. Apicella, prima affiliato al gruppo guidato da Francesco Bidognetti, è transitato successivamente nella fazione capeggiata da Francesco Schiavone. Dalle indagini dei carabinieri di Casal di Principe Maria Giuseppa Cantiello, è risultata organica all’organizzazione, e percepiva dal clan lo stipendio mensile riconosciuto agli affiliati o ai familiari dei detenuti.