ROMA – Il leader della Lega Matteo Salvini ha espresso il suo pensiero sulla vicenda che vede 44 agenti della Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, indagati per presunte violenze sui detenuti.
“Ero in ufficio avevo qualche appuntamento oggi pomeriggio, ho chiuso l’ufficio e sono venuto qui perché non si possono indagare e perquisire come criminali 44 servitori dello Stato” ha detto l’ex Ministro all’arrivo al carcere di Caserta dove questa mattina, 11 giugno, si sono registrati momenti di tensione per l’arrivo di carabinieri in borghese che dovevano notificare avvisi di garanzia ad agenti penitenziari per presunti maltrattamenti nei confronti dei detenuti durante la protesta di aprile scorso.
Il leader della Lega è stato accolto dagli applausi di un nutrito gruppo di agenti penitenziari che lo attendeva.
Le indagini della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere sulle presunte violenze ai danni dei detenuti hanno preso il via dopo la denuncia dei garanti e di alcune associazioni, in riferimento ai fatti avvenuti il 6 aprile, quando circa 150 carcerati rubarono le chiavi di sei padiglioni, occupandoli e costringendo i poliziotti ad allontanarsi.
La rivolta venne sedata soltanto a tarda notte.
Caserta, la protesta degli agenti penitenziari
A causa dell’operazione si sono registrati momenti di tensione tra carabinieri (polizia giudiziaria) e agenti penitenziari, che contestano le modalità di notifica degli atti.
In carcere si sono recati i vertici della Procura di Santa Maria Capua Vetere, tra cui il procuratore aggiunto Alessandro Milita con due sostituti.
Alcuni agenti della polizia penitenziaria sono saliti su un tetto per protesta, altri hanno lasciato il servizio dandosi malati.
“Io ho regole da far rispettare e i detenuti le devono rispettare. Ma si è perso pure questo. Io non rappresento più la legalità”, ha detto uno degli agenti saliti sul tetto rivolgendosi al Procuratore aggiunto Alessandro Milita.
Un video documenta le fasi della trattativa con il magistrato che cerca di convincerlo a scendere.
“Se devo dare il sangue ad un detenuto che ne ha bisogno lo faccio”, ha urlato l’agente mentre Milita, ex pm anticamorra, provava a convincerlo a scendere.
Le parole di una testimone
“Sono arrivata alle 7 e c’erano parecchi carabinieri che fermavano le auto in arrivo al carcere; io sono stata fermata e mi hanno fatto passare, mentre gli agenti li trattenevano per identificarli”.
Lo ha detto all’ANSA la moglie di un detenuto, una delle persone che ha denunciato le presunte violenze della Penitenziaria su cui si concentra l’indagine.
La donna stamattina era in fila per entrare nell’istituto di pena e racconta quanto ha visto: “Gli altri agenti della Penitenziaria che erano già dentro sono stati fatti uscire e c’è stata tensione”. (fonti REPUBBLICA, ANSA, SKY TG24)