Caso Marrazzo, cominciato l’interrogatorio dei 4 carabinieri nel carcere di Regina Coeli

Sono cominciati questa mattina davanti al gip Sante Spinaci, nel carcere di Regina Coeli, gli interrogatori dei quattro carabinieri accusati dalla Procura di aver ricattato il presidente della Regione Lazio, Piero Mararzzo, con la minaccia di diffondere un video che ritrae il politico in un appartamento privato. In attesa di essere convocato dal giudice, l’avvocato Mario Griffo ha spiegato ai giornalisti la posizione del suo assistito, il maresciallo Antonio Tamburino: «Il militare – ha detto il penalista – deve rispondere della ricettazione del cd contenente il video e dell’omessa denuncia relativa all’illecita riproduzione del nastro. Dei quattro Tamburino era quello che doveva occuparsi della commercializzazione del cd».

L’avvocato Griffo ha detto che chiederà al gip di non convalidare il fermo e di non emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere: «A mio parere non esiste alcun pericolo di fuga». Il maresciallo, il 20 ottobre, dopo essere stato sottoposto a una perquisizione domiciliare e personale, ha consegnato una copia del cd, peraltro rotto, ai carabinieri cui ha dato anche il biglietto del treno, pagato dall’agenzia fotografica Masi, per andare a Milano a cedere il cd. Il 22 è stato convocato dal comando e fermato. Tamburino, che da due anni vive a Roma, non ha dato mai problemi all’interno dell’Arma, la sua condotta è sempre stata irreprensibile, la sua carriera non ha macchie.

Certamente, in quanto pubblico ufficiale, risponderà alle domande del giudice. Per il penalista, comunque, «questa vicenda è tutta una bufala, come ha detto Marrazzo, cui va tutta la mia solidiarieta».

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