Caso Marrazzo, il trans Jennifer in Procura: era legato a Cafasso

Un altro trans si è presentato davanti al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e al pm Rodolfo Sabelli per il caso Marrazzo. Si chiama Jennifer e l’hanno sentito come persona informata sui fatti: era legato a Gianguarino Cafasso, l’uomo indicato dai quattro carabinieri arrestati nell’ambito dell’inchiesta sul tentativo di ricatto a Piero Marrazzo come colui che avrebbe dato loro il video da mettere in giro nella speranza di incassare un bel po’ di soldi.

L’audizione del trans si è resa necessaria anche per accertare se corrispondono al vero le dichiarazioni dei militari ‘infedeli’ sull’autore del filmato: Cafasso non può più difendersi perché è morto due mesi fa per un arresto cardiaco e la procura ha disposto una serie di accertamenti sul suo decesso.

Una morte ufficialmente attribuita a una overdose da cocaina alla presenza di Jennifer, che avrebbe condiviso per alcune settimane con il pusher una stanza in un albergo sulla via Salaria. Per Jennifer, senza permesso di soggiorno come un altro transessuale coinvolto nella vicenda, Natalie, gli inquirenti non hanno chiesto al Viminale che gli venga attribuito la patente di testimone di giustizia.

Condizione, questa, che gli avrebbe permesso di restare in Italia, dove invece non potra’ rimanese all’esito dell’udienza per direttissima che si e’ tenuta nei suoi confronti proprio in relazione al suo stato di clandestinita’.
Sempre Capaldo e Sabelli si sono poi presentati in carcere nel primo pomeriggio per prendere atto che i carabinieri Nicola Testini, Luciano Simeone e Carlo Tagliente, assistiti dall’avvocato Marina Lo Faro, intendevano avvalersi della facoltà di non rispondere. I pm hanno invece sentito un altro carabiniere, Donato D’Autilia, indagato a piede libero per ricettazione.

Il militare, stando al suo legale che ha parlato di presentazione spontanea del suo assistito alla procura, ha ammesso ovviamente di conoscere i tre colleghi ma ha precisato di non frequentarli dal 2006 da quando cioè per una vicenda di pedofilia, ancora all’attenzione del pm Francesco Scavo, è finito agli arresti domiciliari.

Secondo la procura, D’Autilia avrebbe messo a disposizione una casa perché gli altri carabinieri infedeli potessero mostrare il video su Marrazzo a un paio di possibili acquirenti. D’Autilia, però, avrebbe negato la circostanza, aggiungendo di non sapere nulla del filmato ne’ che riguardasse l’ex Governatore del Lazio.

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