Caso Martina Rossi: dalla morte a Maiorca all’assoluzione, dall’annullamento della sentenza al nuovo processo

Caso Martina Rossi: dalla morte a Maiorca all’assoluzione dei ragazzi imputati. Poi l’annullamento della sentenza di assoluzione e il nuovo processo, con la condanna comminata oggi, 28 aprile. La storia di Martina è una di quelle che ha fatto parlare per anni, e da anni è avvolta nella nebbia. Troppi punti oscuri, neanche i giudici riescono a trovare un punto d’accordo per stabilire con esattezza dinamica e responsabilità.

Caso Martina Rossi: la morte nel 2011 in un hotel di Palma di Maiorca

Martina Rossi aveva 20 anni quando all’alba del 3 agosto 2011 precipitava dai balconi di un hotel di Palma di Maiorca (in Spagna). Secondo l’accusa, stava cercando di sfuggire a un tentativo di stupro.

La sera del 3 agosto le amcihe di Martina si chiudono in una stanza dell’albergo con due ragazzi. Lei sale in stanza con due giovani toscani, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi. Dopo pochi minuti si sente un urlo, poi un tonfo. La ragazza è a terra, senza vita, dopo un volo di sei piani. Non indossa i pantaloncini e non ha le ciabatte i piedi. Ma per la giustizia spagnola non ci sono dubbi: il caso è archiviato con l’ipotesi di suicidio. Decisiva la testimonianza di una cameriera che racconta di aver visto Martina che si buttava di sotto.

L’accusa di tentato stupro di gruppo

La famiglia Rossi però non ci sta e fa sì che anche in Italia si apra un’inchiesa sulla morte di Martina. Ad occuparsi della vicenda inizialmente è la Procura di Genova (dove risiede la famiglia Rossi), ma poi tutto passa nelle mani dei giudici di Arezzo. Infatti i due imputati sono di Castiglion Fibocchi, comune della provincia aretina.

Le due scuole di pensiero sono agli antipodi. Per l’accusa, Martina cadde nel vuoto nel disperato tentativo di saltare da un balcone all’altro per sfuggire ai due che volevano violentarla. La difesa ha sempre sostenuto che la ragazza si sarebbe buttata poiché in stato confusionale, dovuto a droga.

Sul cadavere di Martina viene eseguita una nuova autopsia. Le indagini si chiudono il 12 febbraio 2017. Dopo oltre 9 mesi, il 28 novembre 2017, Albertoni e Vanneschi vengono rinviati a giudizio. Le accuse nei loro confronti sono tentata violenza sessuale di gruppo e morte in conseguenza di un altro reato.

Caso Martina Rossi: il processo di primo grado

Il processo di primo grado si conclude con la richiesta di pena dell’accusa di 7 anni. Albertoni e Vanneschi vengono condannati a 6 anni di reclusione il 14 dicembre 2018. I giudici riconoscono la colpevolezza dei due ragazzi toscani. Ma la vicenda giudiziaria è appena cominciata.

Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni assolti in appello per la morte di Martina Rossi

A giugno 2020 il primo colpo di scena. La Corte d’Appello di Firenze assolve Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, ribaltanto la sentenza di primo grado.

La corte li ha assolti con formula piena, “perché il fatto non sussiste”. Quando Martina cadde era nella stanza dei due e cercava di uscire dalla camera passando dalla terrazza ma finì nel vuoto. La procura generale aveva chiesto per loro 3 anni di reclusione, la pena massima possibile. Visto che uno dei reati inizialmente contestati ai due imputati, quello di “morte in conseguenza di altro reato“, è caduto in prescrizione durante la stesura della sentenza di primo grado. Accusa, questa, formalmente prescritta alla prima udienza del processo di appello, nel novembre 2019. Tuttavia, dice la sentenza, Albertoni e Vanneschi sono stati assolti con formula piena da entrambi i reati, anche da quello prescritto.

La Cassazione annulla l’assoluzione: Albertoni e Vanneschi di nuovo a processo

A gennaio 2021 nuova doccia fredda per i due imputati. Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi tornano a processo. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha annullato le assoluzioni dei due imputati emesse dalla Corte di Appello di Firenze. Tutto da rifare dunque.

Caso Martina Rossi, processo d’appello bis: condannati a 3 anni Albertoni e Vanneschi

Il pg Luigi Bocciolini ha chiesto tre anni di reclusione ciascuno per Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi al processo d’appello bis per la morte di Martina Rossi. Stessa richiesta avanzata dai legali dei genitori, costituitisi parte civile. La procura generale ha chiesto una pena dimezzata rispetto alla condanna a sei anni di reclusione inflitta in primo grado ad Albertoni e Vanneschi, a seguito dell’intervenuta prescrizione dell’accusa di morte in conseguenza di altro reato. E la richiesta è stata accettata, con una sentenza di condanna a tre anni per Albertoni e Vanneschi. 

Bruno Rossi, il padre di Martina, simbolo della battaglia per la figlia

Bruno Rossi, padre di Martina, è diventato uno dei simboli di questa vicenda. E’ l’emblema della battaglia della famiglia in cerca della verità. “Spero che questo nuovo appello confermi la condanna di primo grado, quella arrivata prima che in appello venisse cancellato tutto”. “Martina – ha aggiunto – non è caduta dal balcone per sua volontà, ma perché cercavano di farle fare qualcosa che non voleva fare. Spero in una condanna anche se ormai chi ruba una mela al supermercato ha una pena maggiore di chi ammazza una persona”.

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