Caso Orlandi, si indaga su legame con scomparsa di Mirella Gregori

E’ stata la stessa mano a rapire Emanuela Orlandi e Mirella Gregori? E’ quello che vogliono accertare gli inquirenti di Roma dopo gli ultimi, importanti sviluppi del caso Orlandi. La vicinanza temporale della scomparsa delle due quindicenni (Emanuela fu rapita un mese e mezzo dopo la sparizione di Mirella che avvenne il 7 maggio) e una telefonata ricevuta dalla famiglia di Mirella in un bar di via Volturno da un uomo la cui voce assomiglia a quella che aveva chiamato casa Orlandi 22 giugno 1983, sono gli elementi che hanno indotto il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il sostituto Simona Maisto ad avviare verifiche su un’ipotesi che, in verità, non era mai stata trascurata in passato.

Al momento, per il caso Orlandi, ci sono tre indagati: Sergio Virtù, ritenuto l’autista del boss della Banda della Magliana Enrico De Pedis, Angelo Cassani e Gianfranco Cerboni, considerati due “manovali” del crimine che in quegli anni gravitavano attorno a Giorgio Paradisi, altro esponente di spicco dell’organizzazione criminale.

I tre, secondo gli inquirenti, non erano affiliati alla Banda della Magliana, ma fiancheggiatori. Sequestro di persona aggravato dalla minore età dell’ostaggio e dalla morte dello stesso il reato preso in esame nei loro confronti. Tutti hanno già respinto le accuse. Cassani, detto ‘Ciletto’, e Cerboni, noto come ‘Giggetto’, sono, per la procura, gli stessi che avrebbero pedinato Emanuela e, forse, anche i responsabili del sequestro. I due erano particolarmente legati a una terza persona sulla quale sono in corso accertamenti.

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