Cassazione: neurologo fa il ginecologo e palpa le pazienti, arrestato

Nel corso di una visita specialistica aveva sottoposto una paziente “a palpeggiamenti e esplorazioni manuali vaginali e rettali” senza che tali “manovre” facessero in alcun modo “parte del protocollo di una visita neurologica”. Condannato dalla Cassazione a due anni e sei mesi di reclusione per violenza sessuale aggravata, un neurologo triestino.

Senza successo il dottore, Alberto C. (70 anni) ha contestato, innanzi alla Suprema Corte, la condanna inflittagli nel 2008 dalla Corte di Appello di Trieste. “Quelle manovre – ha sostenuto – potevano essere inutili ma non a sfondo sessuale: lo scopo libidinoso è solo una percezione della paziente che durante la visita è rimasta silente e non ha avuto alcuna reazione”.

Insomma, quella visita particolare sarebbe stata – questa la tesi difensiva del camice bianco – “una normale visita mal interpretata dalla paziente”. Ma la Cassazione – con la sentenza 14837 – ha bocciato questa tesi rilevando che il neurologo non era nemmeno stato in grado di spiegare “per quale paventata patologia aveva sottoposto la donna a quel tipo di indagine non necessaria nel corso di una visita neurologica”.

“L’aggressione alla libertà sessuale della paziente – ha sottolineato la Cassazione – è avvenuta con repentinità insidiosa che ha sorpreso, nel corso di una normale visita medica, la donna e vanificato ogni sua possibilità di autodeterminazione: in questo contesto, la signora non ha avuto modo di manifestare il suo esplicito dissenso”.

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