Castelmauro (Campobasso): condannato l’assessore che tiranneggiava un cittadino

ROMA – Dalla Cassazione linea dura con i politici ‘prepotenti’ quando – anche per affari di poco valore – prevaricano i cittadini facendosi forti delle loro funzioni di pubblici amministratori al fine di favorire altri compagni di partito. La Suprema Corte ha condannato l’assessore comunale di un piccolo centro molisano che aveva ”esercitato il suo ruolo, avvalendosi della sua posizione di preminenza” per far desistere, dall’appalto già ottenuto del servizio di scuolabus, il conducente del pullmino ostacolando la sua richiesta di ottenere l’apposita licenza.

L’assessore del comune di Castelmauro (Campobasso) voleva in questo modo ”accontentare” una collega di giunta che avrebbe gradito che lo scuolabus finisse in appalto al marito. Secondo i supremi giudici, la circostanza che l’assessore Antonio P. ”strumentalizzava” le difficoltà burocratiche necessarie per l’ottenimento della licenza richiesta da Giampiero F., rendendo fumose le spiegazioni sull’iter della pratica e altalenante il suo percorso con inserimenti e successivi depennamenti dall’ordine del giorno del consiglio comunale, configura il reato di tentata concussione.

In questo modo, infatti, Giampiero F. veniva posto in ”situazione di inferiorità a livello psicologico per indurlo ad accettare il sacrificio di rinunciare alla gestione di un servizio che interessava altri, pur di ottenere la conclusione dell’iter amministrativo riguardante la pratica suddetta”.

Anche il sindaco di Castelmauro è stato condannato per questa vicenda – per rifiuto di atti d’ufficio – in quanto colpevole di ”comportamento dolosamente dilatorio” nel dar seguito alla pratica. ”Tutta l’acqua a un solo mulino non pò’ andare”, aveva detto il primo cittadino con riferimento al povero guidatore del pullmino che oltre ad avere l’appalto del servizio ‘pretendeva’ di ottenere pure la licenza.

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