Castrolibero (Cosenza): padre denuncia il figlio che ha picchiato a sangue un 14enne davanti scuola

Si è presentato dai carabinieri per denunciare il figlio che aveva picchiato a sangue un 14enne davanti la scuola. E’ accaduto lo scorso 4 ottobre a Castrolibero, alle porte di Cosenza. Il padre, venuto a sapere che il figlio 16enne era il responsabile dell’aggressione, lo ha accompagnato in caserma, insieme agli avvocati Ornella Nucci e Francesco Cribari. 

A distanza di due settimane dall’episodio il 16enne aveva raccontato tutto ai genitori, che lo hanno redarguito e posto dinanzi alle sue responsabilità, inducendolo ad autodenunciarsi. 

Gli avvocati fanno sapere che i genitori sono estremamente dispiaciuti per quanto accaduto ed esprimono vicinanza alla famiglia del giovane aggredito, che era finito per diversi giorni in ospedale con il volto tumefatto. Intanto, si è in attesa dell’interrogatorio di garanzia nei confronti del minore.

Castrolibero, la lettera aperta del padre: “Gravità inaudita”

Il padre del 16enne, dopo la confessione del figlio, ha deciso di scrivere una lettera aperta per esprimere tutta la sua costernazione.

“Da poche ore abbiamo appreso, da nostro figlio, che è lui l’autore dell’aggressione al giovane di Castrolibero”, ha scritto l’uomo. “E, da quello stesso istante, il mondo ci è crollato addosso, con una sola certezza: quella di dover informare le Forze dell’Ordine. Il fatto, da qualunque angolazione lo si guardi, è di gravità inaudita”.

“E’ grave per la giovane vittima, è grave per la sua famiglia, è grave per nostro figlio, è grave per nostra figlia che, frequentando quella stessa scuola, rischia di portare il peso di comportamenti non suoi – scrive ancora padre – e, se possibile, è ancora più grave per me e mia moglie, che stiamo vivendo il dramma di un fallimento. Perché in questo momento ci troviamo a sperimentare che quello del genitore è veramente il mestiere più difficile al mondo”.

Castrolibero, il padre: “Dove abbiamo sbagliato”

Il genitore continua scrivendo: “Non facciamo altro che chiederci dove abbiamo sbagliato, dopo aver vissuto tutta la vita, e il nostro essere famiglia, guidati dai valori dell’accoglienza, della correttezza e del senso di responsabilità: valori lontani anni luce da queste azioni”.

“Non so se avremo mai risposta a questa domanda, ma, proprio sulla base dei valori che ci guidano, riteniamo giusto che nostro figlio impari ad assumersi le sue responsabilità ed a rispondere delle sue scelte e delle sue azioni, sebbene ancora minorenne”.

“Alla madre ed al padre della giovane vittima giunga il senso più profondo del nostro dolore per l’accadut, – conclude la lettera – che è solo l’altra faccia di una stessa medaglia”.

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