Cavallerizza Reale, incendio doloso? Cavallerizza Reale, incendio doloso?

Cavallerizza Reale abbandonata, incendio doloso. Dal 2014 occupata dai centri sociali

Cavallerizza Reale, incendio doloso?
Cavallerizza Reale, indagine per incendio doloso

ROMA – Oltre trecento anni di storia hanno rischiato di andare in fumo con l’incendio divampato questa mattina alla Cavallerizza Reale. A fuoco circa 250 metri quadrati del patrimonio Unesco dell’Umanità nella zona delle Pagliere, le ex stalle reali. “Fa male vedere un edificio storico tra le fiamme, se Auditorium Rai e Archivio non sono stati intaccati dobbiamo ringraziare l’impegno dei vigili del fuoco”, afferma la sindaca Chiara Appendino.

Stato d’abbandono

Ancora da accertare le cause, ma le opposizioni attaccano per lo stato di abbandono in cui il complesso versa ormai da anni. Nell’area c’è infatti una occupazione “che produce tanta criminalità”, spiega il questore Giuseppe De Matteis, per cui “ora si pone un problema di ordine pubblico che intendiamo risolvere”. Sono quasi le otto quando le fiamme illuminano il cielo grigio di pioggia.

Il fumo offusca la Mole Antonelliana quando le squadre dei vigili del fuoco sono già in azione. Un intervento decisivo per circoscrivere il rogo ed evitare il peggio. “Sappiamo tutti quanto la situazione fosse critica e delicata – spiega la soprintendente Luisa Papotti – Ci sono danni importanti, in termini di estensione e di entità, ma non tali da non pensare alla ricostruzione”.

Incendio doloso? Anche gli occupanti denunciano “strane coincidenze”

Resta il rammarico per una situazione che si poteva evitare. L’incendio è il secondo, dopo quello del 2014, e da tempo in procura è aperto un fascicolo per occupazione abusiva. Adesso una nuova indagine è stata avviata per capire chi abbia potuto appiccare il fuoco. Non ci sono certezze ma il dolo sarebbe la prima opzione investigativa. Condivisa, peraltro, anche tra gli occupanti dei laboratori artistici e delle attività del sito (spesso trasformate in residenze effettive).

Non ci sta infatti l’Associazione Salviamo Cavallerizza: “Chiediamo che l’incendio non venga utilizzato strumentalmente per abbandonare l’idea di un progetto condiviso di riqualificazione fondato sui principi dell’uso civico e collettivo urbano”, mentre alcuni occupanti si dicono “perplessi”. “Ci sono coincidenze molto strane – sostengono – Il rogo è scoppiato nove giorni prima della presentazione del Programma unitario di valorizzazione del Comune in un’area che non è frequentata”.

Nei giorni scorsi staccati gli allacci abusivi della luce

“Allarmi ce ne sono stati tanti – ricorda la soprintendente Papotti – la soprintendenza ha richiamato più volte la proprietà”, ovvero la Città di Torino e, in parte, la Cassa depositi e prestiti. “Come Città ci eravamo dati l’obiettivo di chiudere il 31 ottobre lo studio per dare una vocazione a tutte le aree del complesso. Manterremo i tempi”, assicura la prima cittadina.

Proprio nei giorni scorsi la procura aveva fatto staccare gli allacciamenti abusivi alla rete di erogazione dell’energia elettrica. Con l’area posta sotto sequestro, le rassicurazioni della Città non placano le polemiche. È “assurdo e inaccettabile che in Italia si lasci in mano a illegalità e abusivi monumenti che sono patrimonio Unesco dell’umanità”, afferma il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, annunciando che la Regione favorirà il recupero del complesso “con i fondi dello sviluppo regionale che abbiamo già a disposizione”.

Fratelli d’Italia chiede al governo di provvedere con fondi propri alla ricostruzione, mentre i Radicali chiedono che il Comune apra una sottoscrizione “come fece Parigi dopo il disastro di Notre Dame”. (fonti Ansa, La Stampa)

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