Cerchi nel grano ad Asti: li ha disegnati un ingegnere usando un metro

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Agosto 2013 - 13:18 OLTRE 6 MESI FA
robella

Il cerchio nel grano di Robella in una foto pubblicata dal blog Altra realtà

ROMA – I cerchi nel grano sono comparsi a Robella, vicino Asti, a giugno e da allora è un continuo pellegrinaggio di curiosi e turisti. Peccato che non siano opera degli extraterrestri ma di un ingegnere che lavora a Milano. Lui è Francesco Grassi, 47 anni, e alla Stampa racconta come ha realizza i cerchi:

«Servono – dice – metri a nastro di qualità, come le cosiddette “rotelle metriche”, perché consentono di essere riavvolte facilmente dopo l’uso. La lunghezza massima dev’essere considerata in base alle misure della formazione e si disegna prima su carta. Per creare un cerchio di 20 metri di raggio, una rotella di 10 non sarà quindi sufficiente».

Altro «step». Individuare i sistemi di marcatura dei punti chiave sul terreno. «Tutte le formazioni, anche quelle meno complesse, devono avere punti che siano facilmente individuabili di notte». Vanno bene dei paletti molto fini con una bandierina sulla sommità e un numero scritto a caratteri grandi, in nero su sfondo bianco. Quando i paletti (si deve sempre trovare un compromesso tra solidità e dimensione del diametro) verranno rimossi, si dovrà stare bene attenti a non lasciare traccia dei piccoli fori creati nel terreno.

Poi, si prendono le tavole di legno già preparate in precedenza: devono avere una corda fissata ai due bordi in modo da poterle tenere sotto il piede, man mano che si procede con la fase di appiattimento del grano. «Quanto più lunga è la tavola tanto più ampia sarà la fascia di vegetazione che si può appiattire, permettendo così di stringere i tempi – sottolinea l’ingegnere -. Bisogna trovare – aggiunge – il giusto compromesso tra trasportabilità ed efficacia dello strumento. In genere si possono utilizzare tavole lunghe intorno al metro».

Ma anche la larghezza è importante. Se sono troppo larghe, risultano ingombranti. Se non lo sono abbastanza, rischiano di danneggiare la vegetazione, alterando il risultato finale. «Le tavole larghe sui 16 centimetri possono andarebene».

Una volta sul campo, la matita sarà sostituita dai piedi. Per disegnare dei bordi perfetti è importante usarli «a passo laterale», vale a dire non di punta. «Un team di 5 “circlemaker”, che non sia alle prime armi, può realizzare benissimo un’opera grande e complessa come quella di Robella in una sola notte, dall’imbrunire all’alba». Poi, a dare all’opera un’aura di magia, non possono mai mancare i richiami simbolici. Secondo alcuni, per esempio, il cerchio di Robella conterrebbe una formula relativa all’energia. «E, infatti, c’è chi va sempre alla ricerca di messaggi occulti e, per ogni realizzazione, su Internet si trovano specifiche interpretazioni». Si va dalle formule di una reazione nucleare a bassa energia a quelle relative a presunti orologi al trizio.