Cesare Battisti, la poliziotta: “Mi ha chiesto di poter tenere la foto del figlio”

Cesare Battisti e la richiesta alla poliziotta: tenere la foto del figlio
Cesare Battisti, la poliziotta: “Mi ha chiesto di poter tenere la foto del figlio” (Foto Ansa)

ROMA – Un uomo sconfitto, senza più quel suo caratteristico ghigno sulle labbra. Questo è Cesare Battisti dopo la cattura, come lo racconta la poliziotta Cristina Villa a capo dell’Antiterrorismo a Milano. Intervistata da Repubblica, Villa spiega di essersi trovata davanti a un uomo “sconfitto” che chiedeva di poter tenere con sé la foto del figlio.

La villa ha raccontato nell’intervista i momenti della cattura del terrorista rifugiato in Sud America: “Siamo stati più bravi dell’Fbi. Non so per quante notti non ci ho dormito. Eravamo sulle sue tracce ma sono abituata alle delusioni. Alla fine mi sono trovata di fronte a un uomo sconfitto. Festeggerò la sua cattura ma non la perdita della sua libertà: non brindo alla tristezza altrui”.

La Villa ha incontrato Battisti al suo rientro a Ciampino: “Mi ha chiesto spiegazioni – fa sapere -. La sua condanna prevede l’isolamento diurno, voleva sapere cosa significasse. Gli ho spiegato che gli avrei sequestrato diverse cose, tra cui tutti gli appunti che aveva con sé. L’indagine non è finita, per me. Gli ho chiesto se gli servisse qualcosa, se avesse fame o sete. Mi ha chiesto solo di poter tenere la foto del suo bimbo, una fototessera in bianco e nero che aveva nel portafogli. Avrà cinque anni, il bimbo. Certo, gli ho risposto, naturalmente abbiamo controllato che non contenesse scritte sul retro, poi gliel’ho ridata”.

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