Cesare Romiti morto a 97 anni. Una vita per la Fiat, ha fatto la storia dell’economia italiana

E’ morto Cesare Romiti, manager che ha fatto la storia dell’economia italiana. Aveva compiuto 97 anni lo scorso 24 giugno.

La storia di Cesare Romiti, manager e poi imprenditore in proprio, resterà legata ai venticinque anni passati in Fiat. Dove arriva nel 1974 e che lascia nel 1998 dopo esserne stato amministratore delegato e presidente. 

Romiti è morto a 97 anni nella sua casa di Milano. Nel gruppo torinese ha passato 25 anni, segnandone profondamente la storia al fianco di Gianni Agnelli. 

Dal 1996 al 1998 ricopre anche il ruolo di presidente succedendo a Gianni Agnelli. Per quasi un quarto di secolo è stato uno dei maggiori rappresentanti dei cosiddetti “poteri forti”. Lui stesso ammetterà: “In Fiat ho avuto praticamente carta bianca per venticinque anni”.

Dopo l’uscita dalla Fiat diventa imprenditore in proprio.

Guida la società finanziaria Gemina che controllava RCS, di cui Romiti è stato presidente dal 1998 al 2004 e la società di costruzioni e ingegneria Impregilo.

Nel 2005 entra nel patto di sindacato degli Aeroporti di Roma. Due anni dopo la famiglia Romiti viene progressivamente estromessa prima da Gemina, quindi da Impregilo, poi da Aeroporti di Roma. Dal 2006 al 2013 è stato presidente dell’Accademia di Belle Arti di Roma.

Nel 2003 costituisce anche la Fondazione Italia-Cina, nella quale poi copre la carica di presidente onorario. Romiti ha la medaglia di Cavaliere del lavoro nel 1978, il titolo di cittadino onorario della Cina, il titolo di professore onorario dell’Università Donghua di Shanghai e molti altri riconoscimenti.

Il 13 ottobre 2006 a Pechino la “Chinese Peoplès Association for Friendship with Foreign Countries” gli conferisce la cittadinanza onoraria della Repubblica Popolare Cinese per il suo impegno nel rafforzamento dei rapporti bilaterali sino-italiani.

Viene insignito dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine Nazionale della Legion d’Honneur francese. Il 7 ottobre 2010 è premiato dal primo ministro Wen Jiabao in occasione dell’Anno della cultura cinese in Italia.

Gli inizi e gli anni passati in Fiat.

Nato a Roma il 24 giugno 1923, dopo la laurea in Scienze Economiche e Commerciali, entra a far parte, nel 1947, del Gruppo Bombrini Parodi Delfino, di cui divenne Direttore Generale. Nel 1968, a seguito della fusione BPD-Snia Viscosa, assume l’incarico di Direttore Generale Finanziario di Snia Viscosa.

Poi nel 1970 il suo ingresso in Alitalia come direttore generale ed amministratore delegato. Nel 1973 passa ad Italstat con lo stesso incarico.

Nel 1974 entra in Fiat, divenendone in seguito a.d. e presidente. Arrivato nel momento della crisi energetica, si dedica innanzitutto all’opera di risanamento finanziario. Prosegue sviluppando la dimensione internazionale dell’azienda e rafforzando gli insediamenti produttivi in Italia.

E’ nel luglio 1980 quando Umberto Agnelli lascia gli incarichi operativi in Fiat che Romiti diventa amministratore delegato unico del gruppo. La Fiat riprende a fare utili, lancia nuovi prodotti, chiude nel 1982 lo stabilimento del Lingotto, aumenta gli investimenti, riduce i dipendenti.

Nel 1987 è il secondo gruppo italiano dopo l’Iri. Un risultato che porta la firma di Romiti e di Vittorio Ghidella, il responsabile del settore auto. Poi arriva la guerra del Golfo e le vendite di auto diminuiscono, nel 1990 il marchio Fiat scende in Italia sotto il 40% Romiti nel 1998 da presidente lascia la Fiat dopo 24 anni ai vertici, con una buonuscita da 101,50 milioni lordi (Fonte Agi).

 

 

 

 

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